I Monti Dauni si trovano a Nord Ovest della Puglia in provincia di Foggia e fanno parte della dorsale appenninica. Questo è il magnifico scenario in cui sorge il
Frantoio Barbato,
antica azienda produttrice di olio extravergine di oliva e cereali, in particolare grano, avena e orzo.
Gli oliveti, situati in un territorio di media altitudine in provincia di Foggia, godono di un terreno fertile, privo di sostanze nocive, e di un paesaggio che si affaccia su Sant’Agata di Puglia.
La storia della famiglia e deI Frantoio Barbato affonda le sue radici all’inizio del 1800, in tempi recenti (2008) Francesco Barbato ha preso in mano la gestione dell’antica azienda agricola e del frantoio di famiglia, mantenendo la stessa etica
e rispetto del territorio che l’azienda porta avanti da secoli.
Abbiamo intervistato Francesco Barbato per approfondire le peculiarità di questa realtà produttiva e le sue opinioni su alcuni temi molto rilevanti ed attuali per il settore olivicolo.
Ci racconti della sua azienda: quali sono gli elementi che maggiormente vi caratterizzano e distinguono dalla concorrenza?
Noi siamo una classica azienda di famiglia made in Italy. Lavoriamo con il concetto di etica e rispetto della terra: dalla pianta fino alla bottiglia e dunque fino al consumatore finale.
Per noi è importante curare ogni singolo passaggio personalmente e questo chiaramente fa sì che vengano osservati con cura tutti quelli che sono i meccanismi di coltivazione e trasformazione. Inoltre, utilizziamo analisi chimiche sul prodotto per
ottenere un residuo "zero" e ci affidiamo ad un panel test di assaggio (ovvero un gruppo di assaggiatori esperti) per un più veritiero e imparziale giudizio finale.
L’Italia è uno dei paesi che esporta più olio: oltre il 60% della produzione totale. Quali sono i vostri principali Paesi export e qual è la situazione attuale su questi mercati?
La nostra azienda non esporta all’estero: preferiamo lavorare sul mercato italiano.
A causa della siccità e del riscaldamento globale, la produzione d’olio extravergine d’oliva è in calo: anche lei sta riscontrando queste difficoltà? Quali sono le misure che sta adottando per fronteggiare questa situazione?
È sotto gli occhi di tutti il gravissimo problema che ci attanaglia.
Personalmente sto implementando la produzione diversificando. Mi spiego meglio: da un lato c’è il classico monovarietale italiano, dunque oliveti tradizionali; dall’altro abbiamo implementato produzioni superintensive che dovrebbero garantire più
produzione di olive che, appunto, si adattano a tale tecnica agricola.
Siamo di fronte alla peggiore emergenza idrica degli ultimi 70 anni, quali sono le previsioni per la produzione e per le vendite di quest’anno?
Prevediamo una produzione sotto il 50% rispetto alla media. I prezzi ovviamente saranno più alti, con problemi al dettaglio.
Cosa ne pensa della mancanza di conoscenza da parte di numerosi consumatori rispetto alle diverse categorie di olio d’oliva? Quali sono i metodi che adotta per informare la clientela e guidarla verso un consumo più consapevole?
Provo costantemente ad informare e ad incuriosire chiunque abbia voglia di ascoltare. Ritengo che serva più visibilità e soprattutto competenza sull’argomento. L’olio "vero" è sicuramente un prodotto di nicchia, ma è altrettanto vero che una giusta informazione potrebbe spingere più persone a non comprare dallo scaffale.