L’
Evo di Eva è un’oleoteca, un concetto nuovo che riprende il paradigma dell’enoteca concentrandosi però su un altro prodotto cardine della dieta mediterranea e della cultura culinaria italiana:
l’olio extravergine
di oliva.
L’idea è nata da Eva Collini, un’appassionata enoturista che durante un’uscita ad un ristorante si è trovata per puro caso a seguire una degustazione di olio.
Da lì è iniziata la sua passione per questo prodotto e la voglia di approfondirlo che, col passare del tempo, l’ha spinta ad abbandonare il suo lavoro di ingegnere per inseguire questo nuovo interesse.
Nasce così nell’agosto 2020 l’oleoteca L’Evo di Eva nel centro di Torino, in un frangente storico-economico forse sfortunato ma che non ha impedito ad Eva di creare un luogo caratterizzato da un assortimento di oli molto ampio, con i prodotti più
caratteristici da Nord a Sud. Abbiamo intervistato Eva Collini per capire ed approfondire quali sono le principali caratteristiche e gli interessi dell’appassionato di olio che si relaziona alla realtà di una oleoteca, così diversa da quella del frantoio.
Che esperienze offre la tua azienda? Quali sono gli elementi peculiari che vi rendono attrattivi?
Il frantoio ha il vantaggio di avere il suo olio e la sua storia da raccontare, al contrario della mia realtà dove posso limitarmi a raccontare le storie delle aziende produttrici senza però poterle approfondire come lo farebbero loro. Ma da parte mia
ho la possibilità di far assaggiare e acquistare una grandissima varietà di oli, infatti abbiamo bottiglie a disposizione per la degustazione di tutto l’assortimento dell’oleoteca. Un’altra caratteristica è legata all’atmosfera del nostro negozio:
abbiamo una decina di posti a sedere e ciò rende l’ambiente raccolto, come se fosse il salotto di un appartamento di inizio Novecento. Molti clienti affermano di sentirsi “come a casa” o come in un’oasi di tranquillità. E’ proprio in questo
contesto che possono assaggiare non solo gli oli della selezione, ma anche altri prodotti che abbiamo scelto con riguardo. Ci sono anche sottoli, aceto balsamico, pasta, vini e sughi, prodotti che a volte provengono dagli stessi produttori di olio.
L’Evo di Eva propone una degustazione di 3 oli accompagnati da bruschette create specificatamente per essere abbinate al prodotto: la bruschetta con carne cruda avrà un olio diverso dalla bruschetta con un formaggio forte. Anche gli aperitivi sono
un ottimo modo per avvicinarsi all’olio: offriamo degustazioni serali di diversi oli accompagnati da un calice di vino e bruschette.
Per attirare i meno esperti organizziamo degustazioni in collaborazione con colleghi, come esperti in formaggi, produttori di miele o altri prodotti, in modo da attirare le persone con qualcosa che è più semplice da comprendere, per poi avvicinarle
al mondo dell’olio.
Stiamo lavorando anche con l’ASSPO (Associazione Piemontese Olivicoltori) per mettere in piedi qualcosa che coinvolga gli uliveti, come dei pic-nic o degli eventi in collaborazione con aziende private.
Qual è il profilo tipo dell’appassionato di olio che ricerca un’esperienza di degustazione?
Il visitatore medio ha un’età non inferiore ai 45 anni, ha una capacità economica medio-alta e nella maggior parte dei casi si tratta di donne. Questo è il profilo del cliente che vive nella zona di Torino e che poi tende a ritornare.
Il cliente straniero invece è più giovane e proviene maggiormente da Francia e Inghilterra. Di solito è curioso perché ha già avuto esperienze con il vino nonostante non abbia una grande conoscenza del prodotto. È capitato anche che delle ragazze
francesi festeggiassero un addio al nubilato da noi regalando alla futura sposa la degustazione di oli e aperitivo finale.
In quali modi è possibile prenotare l’esperienza presso la vostra azienda?
Le degustazioni sono prenotabili dal canale Airbnb Experience e da altre piattaforme che pubblicizzano in Europa le esperienze italiane. Inoltre i clienti possono chiamare o scrivere al mio cellulare.
Abbiamo fatto tanta pubblicità tra social e giornali ma abbiamo capito che la migliore pubblicità è il passaparola e ad oggi siamo felici di poter dire che il trend sta prendendo una piega positiva. Sono una degustatrice che ha mosso i primi
passi da qualche anno. Sto continuando a sviluppare la mia conoscenza partecipando a corsi sempre più avanzati e confrontandomi con capi panel di differenti regioni.
Questa continua ricerca di perfezionamento, sia per i prodotti che propongo, sia per la preparazione tecnica, mi aiuta a fornire un servizio sempre migliore per i miei clienti.
Dopo l’esperienza i visitatori acquistano olio? Qual è la spesa media?
Quasi sempre dopo la degustazione viene acquistato olio o altri prodotti. Ad esempio in inverno facciamo assaggiare una crema spalmabile al cioccolato che contiene olio extravergine e viene richiesta spesso.
La quantità di olio acquistato dipende dal mezzo col quale arrivano i clienti. Se arrivano in macchina prendono oli in formato da mezzo litro, se arrivano in aereo o se Torino è solo una meta di passaggio prendono confezioni più piccole o campioncini
da 100ml. La spesa media è tra i 7 e i 15 euro.
Secondo la sua opinione, in quali ambiti è necessario investire per sviluppare l’immagine, la vendita e la conoscenza dell’olio Evo?
Bisogna creare principalmente la cultura dell’olio, informare e formare partendo dalle generazioni più giovani, magari con degli incontri nelle scuole, delle visite ai frantoi che coinvolgano l’intera famiglia. Bisogna prendere esempio dal lavoro già
fatto sul vino per poter sviluppare questa nuova cultura. Gli aiuti dalla Regione o dallo Stato sono fondamentali perché il progetto dev’essere ben studiato, creato ad hoc per il pubblico che ci troviamo di fronte.
Per sopperire a questa mancanza io stessa mi sono proposta nelle scuole per formare gratuitamente gli studenti, ma non c’è stato il via libera in quanto non è possibile far assaggiare alimenti che non siano confezionati.
In molti non sanno che anche in Piemonte si produce olio: i produttori sono pochi ma alcuni di loro sono molto bravi. Il problema è che la cultura del Piemonte è ancora molto legata al burro e all’olio d’oliva (non extravergine). L’influenza francese
in cucina è ben presente e ciò giustifica la presenza di grasso animale nelle nostre ricette. Retaggio degli anni Sessanta, poi, è l’impiego dell’olio d’oliva, un grasso con pochissimo gusto e che può somigliare al burro.
Dal punto di vista nutrizionale, questi due ingredienti offrono meno benefici alla nostra salute rispetto all’olio extravergine, ma spesso non si è a conoscenza di queste caratteritiche.
Inizio comunque a vedere i primi risultati. Infatti, interfacciandomi con molte persone vedo come in molti hanno compreso meglio questo prodotto e anzi, alcuni mi dicono che non riuscirebbero più nemmeno a cucinare con oli di scarsa qualità.