L’azienda di Oristano vanta una storia ultra centenaria e gode di un territorio particolarmente vocato per la coltivazione dell’olivo; la cultivar Semidana è la punta di diamante della produzione aziendale.
Chiediamo ad Antonella Orrù, co-proprietaria dell’azienda, di raccontarci le origini di Agriturismo il Giglio.
L’azienda familiare è nata nel 1857 e da allora è stata tramandata di generazione in generazione.
La nostra azienda è iscritta tra le imprese storiche di Unioncamere: quasi tutte le nostre piante derivano dai nostri avi e sono, quindi, ultracentenarie.
Abbiamo cultivar radicate come la Semidana, la Tonda di Cagliari, la Nera di Villacidro e la Bosana.
Lavoriamo con passione e i nostri prodotti sono la perfetta rappresentazione di quello che siamo.
Come gestite il lavoro all’interno della vostra azienda a conduzione familiare?
Mia sorella Anna si occupa della parte agronomica, della preparazione dei terreni e dei campi, mentre io mi occupo dell’organizzazione della raccolta e della commercializzazione.
Per quanto riguarda la raccolta in campo, veniamo aiutate dai nostri fratelli Francesco e Giovanni: solitamente facciamo una raccolta meccanizzata anticipata, entro fine settembre.
Il frantoio a cui ci appoggiamo si trova ad Alghero ed è stato scelto da noi per il metodo di lavoro: la gramola di ultima generazione (proto-reattore) permette una veloce lavorazione della pasta a bassa temperatura, così che il frutto rimanga
verde e non si ossidi. Il proprietario del frantoio, Alessandro Fois, ha inoltre apportato delle modifiche al frangitore per evitare difetti che possano derivare dalla cattiva lavorazione.
Dal punto di vista delle vendite l’export ha grande importanza nella nostra vision strategica: esportiamo in Giappone, dove abbiamo notato non solo un grande apprezzamento nei confronti dell’olio extravergine di oliva ma anche la presenza di un
pubblico attento, interessato e preparato ad eventi e fiere di settore. Vendiamo il nostro prodotto anche in Germania, Francia e Belgio. Abbiamo inoltre avviato un canale e-commerce proprio per aumentare ulteriormente le vendite all’estero.
Come leggete l’ultimo anno produttivo?
Dal punto di vista delle quantità, la riduzione produttiva che si è sentita a livello mondiale, a partire dalla Spagna, produttore leader di Olio Extravergine di Oliva, si è confermata anche a livello regionale qui in Sardegna, facendo registrare cali
drastici (dell’ordine del 30-35%, in alcuni casi anche del 50%). La nostra azienda nello specifico ha vissuto temperature troppo elevate durante il periodo di allegagione e alcune piante ne hanno risentito a tal punto da non aver prodotto nulla.
Per quanto riguarda la qualità, invece, quest’anno in Sardegna è arrivata a livelli altissimi: il caldo non ha permesso alla mosca olearia di attaccare le piante e, per questo, sotto questo punto di vista, non ci sono stati problemi.
Dal punto di vista gestionale abbiamo poi avvertito problemi nel reperimento di materiali, soprattutto il vetro, e subito un aumento del 50% sul costo dei cartoni, delle etichette e dei costi di lavorazione del frantoio.
Abbiamo cercato di gestire al massimo gli aumenti all’interno dell’azienda, per modificare il meno possibile il listino prezzi.