Da oltre due secoli la famiglia di Pumpo produce olio extravergine di qualità a Torremaggiore, in provincia di Foggia. L’azienda deve il suo nome all’antica stazione di sosta dove per secoli i pastori abruzzesi hanno trovato ristoro, durante il
periodo della transumanza, presso terreni e masserie posti lungo il Tratturo Reale, che con i suoi 244 km, a tutt’oggi da L’Aquila conduce a Foggia.
L’azienda utilizza prevalentemente la varietà Peranzana, “Principessa di Puglia” come è definita dalla famiglia.
Marcello di Pumpo ci racconta la storia secolare dell’azienda e le sue sfide nel mercato odierno.
Notizie della famiglia Di Pumpo di Torremaggiore si hanno già nel 1632; purtroppo, a causa del terremoto del 1627, molti documenti sono stati distrutti ed è difficile avere notizie antecedenti. Con il passare delle generazioni la cura degli appezzamenti
agricoli non è mai stata trascurata, anzi c’è stata una crescente attenzione a migliorare la produzione e alzare il livello qualitativo dei prodotti. Oggi l’azienda sta ampliando la sua produzione sia con nuovi impianti olivicoli, l’introduzione di
vigneti e la sperimentazione di altre colture, radicate secoli fa nel nostro territorio e poi dismesse. Da circa dieci anni, stiamo passando dalla produzione e vendita di olive alla commercializzazione dell’olio extravergine di oliva BIO. L’obiettivo
della azienda è quello di creare un prodotto di artigianato vero, valorizzando il nostro extravergine biologico di Peranzana, seguendo la tradizione e la cultura del territorio.
Sicuramente questa varietà ci aiuta moltissimo, in quanto ha qualità organolettiche eccezionali. Importata dal Principe De Sangro dalla Provenza proprio nell’agro di Torremaggiore, questa varietà ha un colore molto verde e una bassissima acidità. Al gusto
è un olio molto equilibrato, con un fruttato intenso ed avvolgente e sentori erbacei, di mandorla, carciofo e foglia di pomodoro. Rispetto ad altre varietà presenta un alto contenuto di clorofilla e carotene, elementi che tengono alla larga i fenomeni
di irrancidimento e garantiscono un ottimo numero di polifenoli. Il suo timbro non è intenso come quello della Coratina e questo la rende appetibile ad un fascia di mercato che preferisce un gusto meno robusto.
Che strategie di comunicazione adottate per valorizzare il vostro brand e il vostro prodotto?
Siamo un’azienda di nicchia e il nostro modo di divulgare la qualità del nostro prodotto è influenzato dal nostro mercato target. Investiamo energie in fiere ed eventi, ma soprattutto partecipiamo con un nostro corner a mostre di arte. Ovviamente
abbiamo puntato molto anche sull’e-commerce attraverso il nostro sito internet, ma riteniamo che questo canale di vendita trovi ancora delle resistenze da parte di una fascia di consumatori di età più matura.
Qual è secondo voi lo stato dell’arte della cultura dell’olio Evo in Italia?
L’esperienza diretta con la nostra clientela ci dice che la percezione della qualità dell’olio Evo sta crescendo notevolmente. E’ però vero che ancora molte persone, non abituate a consumare olio di qualità, si stupiscono di percepire note amare
e piccanti nell’olio. A volte questo ancora accade nelle fiere e negli eventi divulgativi, in quanto molte persone sono abituate a oli più commerciali, da scaffale. Riscontriamo a volte che il consumatore estero, che proviene da Paesi privi di una tradizione olivicola, conosce bene i criteri per giudicare un olio Evo di qualità.