Esperienze Aziendali

Lunedì 12 Dicembre 2022

Olio, Fratelli Renzo: riflessioni e soluzioni concrete per affrontare l'emergenza

Aumento dei prezzi e crisi climatica, ma la produzione è salva grazie a potatura e concimazione.

di Isabella Lanaro

Scheda tecnica

Situata a Corigliano-Rossano, in provincia di Cosenza, l'azienda agricola biologica Fratelli Renzo si sviluppa su circa 50 ettari di cui 28 sono dedicati agli uliveti

In questo paesaggio mediterraneo – tra le montagne e le coste calabresi – trovano casa piante secolari come il Dolce di Rossano, il Carolea e il Tommarella che l’azienda agricola biologica Fratelli Renzo trasforma in oli extravergini d’oliva biologici di qualità.    

Abbiamo intervistato Cesare Renzo – titolare dell’azienda insieme al fratello Vincenzo Renzo –  per scoprire come stanno reagendo all’emergenza climatica e al rincaro dei costi energetici che vede coinvolto tutto il comparto agricolo. 

In che misura gli effetti nefasti delle alte temperature e della siccità hanno impattato sulla produzione della vostra azienda? 

L’impatto è stato negativo. Le temperature elevate di quest’anno da una parte hanno tenuto lontana la mosca, ma dall’altra hanno recato danno all’oliveto. L’alta temperatura e la siccità sono state prolungate ed è venuta a mancare la tregua dal caldo che solitamente avviene durante la notte.  Noi produciamo la cultivar Dolce di Rossano e possediamo piante secolari che sono abituate ai periodi di siccità, ma quest’anno il caldo è stato troppo elevato. Abbiamo dovuto ricorrere all’irrigazione di emergenza nonostante non sia permesso alle aziende Slow Food come la nostra, ma in momenti così difficili il disciplinare lo consente. Ora le temperature sono scese e ci sono brevi piogge che consentono alla pianta di soffrire meno, ma purtroppo una parte della fioritura non è andata a buon fine. 

Secondo Lei le conseguenze negative dei mesi estivi potrebbero in parte essere compensate dalle condizioni meno sfavorevoli dei mesi autunnali?

Solitamente dopo ferragosto e a settembre nel nostro territorio si attende la “manna dal cielo”: l’acqua. Quest’anno questo evento si è spostato più verso la fine di settembre, quindi possiamo dire che abbiamo compensato in parte. Ciò che è certo è che gli investimenti per la coltivazione stanno aumentando.  

Secondo le stime, in Italia si prevede una produzione di quasi un 20% in meno rispetto alla stagione precedente. Lei si ritrova in questi numeri? 

L’anno scorso nella nostra zona dell’Alto Ionio c’è stata un’esplosione della produzione. Quest’anno ci si aspettava una diminuzione, ma non così grande. Ad ogni modo vista la situazione di questa estate mi sento di dire che non ci possiamo lamentare: in alcuni appezzamenti siamo riusciti ad avere buoni risultati grazie alla potatura e la concimazione dell’albero. 

Oltre all’emergenza climatica, ci troviamo di fronte all'aumento dei costi energetici e all'incremento di carta e vetro, essenziali per gli imballaggi. Come state affrontando questa situazione in azienda? 

Abbiamo riscontrato grossi aumenti per quanto riguarda vetro, imballaggio ma anche etichettatura. Inoltre ci aspettiamo alti costi energetici durante la fase produttiva. Il cliente finale è esasperato dagli aumenti, e anche noi. In futuro dovremo aumentare i prezzi, almeno in minima parte. Siamo in difficoltà nel comunicare alla clientela questa variazione e cercheremo di aumentare il meno possibile per non creare disagio a nessuno.

Secondo Lei gli aumenti dei prezzi dell'energia, della logistica e delle materie prime ricadranno sulle spalle dei consumatori o ci sono strumenti per evitare questa prospettiva? 

Noi come azienda quest’anno abbiamo deciso di caricarci una parte di questi aumenti, ma c’è comunque una parte dei costi che siamo obbligati a condividere con il consumatore finale. Ci siamo immedesimati nelle famiglie e cercheremo in tutti i modi di non far ricadere tutto su di loro.