L'Europa si trova ad affrontare una sfida senza precedenti nel settore agricolo a causa del cambiamento climatico. Gli agricoltori di Spagna e Italia, i principali produttori mondiali di olio d'oliva, stanno cercando soluzioni innovative per proteggere le loro coltivazioni e
preservare la tradizione millenaria di produzione di olio.
Le condizioni meteorologiche estreme, come la desertificazione, la siccità e le piogge torrenziali, stanno mettendo a dura prova le loro risorse e la loro capacità di adattamento.
In Spagna, gli agricoltori stanno riscoprendo antiche pratiche agricole per proteggere gli uliveti. Una di queste tecniche è l'uso di colture intercalari, come l'erba e i legumi, piantati tra gli alberi di ulivo. Questa pratica tradizionale agisce
come una spugna, trattenendo l'acqua, prevenendo alluvioni improvvise e ripristinando i nutrienti nel terreno.
Anche se inizialmente può ridurre i rendimenti, a lungo termine migliora la qualità dell'olio e protegge il suolo per le future raccolte. Oggi, circa il 30% degli uliveti spagnoli utilizza questa tecnica, con una crescita prevista nei prossimi anni. L'Unione Europea ha iniziato a sovvenzionare gli agricoltori che adottano queste pratiche come parte della sua nuova PAC.
Nel nostro Paese, dove le colture intercalari sono già piuttosto diffuse, gli olivicoltori stanno abbracciando la tecnologia digitale per affrontare il cambiamento climatico. L'anno 2022 ha visto danni agricoli stimati in 6 miliardi di euro a causa
delle condizioni meteorologiche estreme. Sempre più olivicoltori stanno adottando strumenti digitali per gestire in modo più efficiente le risorse idriche. Immagini satellitari consentono loro di monitorare le zone più aride dei loro terreni
e regolare l'irrigazione in tempo reale, riducendo gli sprechi d'acqua.
Secondo l'Osservatorio Smart AgriFood del Politecnico di Milano e dell'Università di Brescia, la quota di terreno coltivato con strumenti digitali è salita all’8% nel 2022 (era il 6% nel 2021) e la spesa ha raggiunto i 2,1 miliardi di euro,
erano appena 100 milioni di euro nel 2017.
Il cambiamento climatico sta esercitando una pressione senza precedenti sugli olivicoltori europei, ma la combinazione di pratiche agricole tradizionali e tecnologie innovative potrebbe offrire maggiori garanzie per il futuro.
Questi sforzi non solo possono proteggere le colture regionali di olio d'oliva, ma anche contribuire alla conservazione dell'acqua, alla ripristinazione della biodiversità e alla riduzione delle perdite di nutrienti. Mentre l'Europa affronta il
cambiamento climatico, gli olivicoltori stanno dimostrando che tradizione e tecnologia possono lavorare insieme per garantire la sostenibilità e salvaguardare la prosperità dell’olivicoltura italiana.