Esperienze Aziendali

Lunedì 25 Luglio 2022

Olio Desiderio: esempio di promozione dell’olio monovarietale italiano

Oli monocultivar di qualità per offrire all’oleoturista un prodotto unico in un contesto indimenticabile, quello delle Langhe.

di Isabella Lanaro

Scheda tecnica

Olio Desiderio è un’azienda familiare nata nel 1949 a Diano d’Alba, una zona vocata alla viticoltura ma in grado di offrire anche altri prodotti di alta qualità come l’olio ed il tartufo.

L’azienda è specializzata nel filtraggio e imbottigliamento di oli monovarietali: un prodotto raro e pregiato che rappresenta una piccolissima percentuale rispetto al totale degli oli prodotti in Italia.

In sinergia con il territorio delle Langhe, Olio Desiderio si impegna a far conoscere più da vicino le colline patrimonio UNESCO ai propri clienti. Infatti, qui l’azienda consente di ammirare il territorio che la circonda in sella ad una bicicletta, tra salite e discese mozzafiato.

Abbiamo intervistato il titolare Sergio Rinaldi per scoprire cosa può insegnarci Olio Desiderio.

Che esperienze offre l'azienda? Quali sono gli elementi peculiari che vi rendono attrattivi?

Sono due le cose che ci contraddistinguono: innanzitutto la nostra posizione in una zona dedita all’enoturismo e al tartufo come quella delle Langhe. L’abbinamento di olio, tartufo e vino è un connubio interessante che permette al turista di avere un quadro completo del territorio. 
Poi, la nostra offerta di oli monovarietali: proponiamo infatti 5 varietà, dal Biancolilla dalla Sicilia, al Leccino dal Molise… I nostri prodotti possiedono caratteristiche particolari che non si possono trovare neppure dagli stessi frantoiani. Sono pochi infatti i produttori che si focalizzano su una sola tipologia di oliva. Le olive vengono tutte molite in sede di produzione (quindi: Abruzzo, Puglia, Molise, Sicilia) e qui da noi avviene il filtraggio, l’imbottigliamento e lo stoccaggio.

A tutti coloro che vogliono venirci a trovare facciamo fare un giro della struttura spiegando le varie fasi del processo produttivo e, nel caso i visitatori  arrivassero in una giornata di produzione, possono assistere ai processi. 
Inoltre spieghiamo tutta la parte della molitura attraverso un video e una spiegazione. Finita la parte “teorica” facciamo degustare gratuitamente i nostri oli, spiegando le diverse proprietà.
Le visite nella nostra azienda sono principalmente incentrate sul cicloturismo. Il cliente da noi può parcheggiare la macchina e noleggiare una bici per godersi il territorio delle Langhe tra salite e discese in percorsi che arrivano anche fino al Barolo, fuori dal caos di Alba. 

Qual è il profilo tipo dell’oleoturista che ricerca l’esperienza in frantoio?

Tendenzialmente si tratta di coppie o famiglie che sono in vacanza nella zona. Difficilmente partono per visitare noi, soprattutto perché è una zona vitivinicola. Noi siamo presenti in ristoranti e B&B e spesso vengono a conoscerci poi personalmente, soprattutto le famiglie che fanno più attenzione alla qualità.

In quali modi è possibile prenotare l’esperienza presso la vostra azienda?

Tramite telefono, mail, Whatsapp, social e il sito. Siamo aperti dal lunedì al venerdì, mentre il weekend è su prenotazione. Prossimamente valuteremo anche la collaborazione con agenzie.

Siete soliti raccogliere i dati degli oleoturisti per analisi o futuri contatti?

Si, perché facciamo vendita diretta porta a porta e se hanno il piacere li teniamo aggiornati per eventuali spedizioni e offerte. Il nostro cliente privato continua ad essere privato anche all’estero ed in alcuni casi capita che passi a trovarci. 

Dopo l’esperienza i visitatori acquistano olio? Qual è la spesa media?

Tendenzialmente sì, dopo l’assaggio i visitatori portano sempre l’olio a casa (chi più chi meno). La spesa media dipende da diversi fattori: alla prima degustazione si aggira tra i 50 e i 70 euro, mentre i clienti che tornano altre volte fanno delle spese più importanti, dai 200 ai 300 euro.

Secondo la vostra opinione, in quali ambiti è necessario investire per implementare l’oleoturismo?

L’oleoturismo dovrebbe essere gestito a livello nazionale perché, al contrario del vino, nell’olio c’è ancora troppa poca cultura della qualità. Ancora oggi la fanno da padroni i grossi marchi da supermercato a discapito di oli di alto livello, nonostante la differenza nelle proprietà contenute sia abissale.
L’olio italiano è sicuramente tra i migliori in circolazione ma non è abbastanza valorizzato e conosciuto al di fuori del settore. Credo che delle campagne pubblicitarie sarebbero utili per spiegare ai consumatori che il prezzo dell’olio non può essere troppo basso se si vuole un prodotto di qualità. La campagna di formazione va fatta all’estero, ma anche a livello nazionale per avere dei veri benefici e un livello di educazione che sia alla pari di quello che oggi possiamo riscontrare nel vino.