Portogallo e Turchia rappresentano le due facce e i due estremi del cambiamento climatico che sta sconvolgendo e ridefinendo le caratteristiche e le conseguenti performance produttive di intere zone vocate alla olivicoltura.
Secondo i dati dell'Istituto Nazionale di Statistica portoghese, le previsioni indicano un calo della produttività degli oliveti portoghesi di quasi il 40% nella stagione 2022/23 rispetto alla stagione precedente.
La maggior parte dei produttori si aspettava un calo quest'anno, visto che si tratta di un anno di scarica, ma a causa della siccità (sono caduti appena 419 millimetri di pioggia, meno della metà di quelli che cadono in un anno normale), delle alte temperature
al momento della fioritura e di altre condizioni avverse, l'Istituto Nazionale di Statistica stima che la produttività delle olive da olio si attesterà a 2.170 chili/ettaro rispetto ai 3.606 chili/ettaro del 2021; mentre nel caso delle olive da tavola
sarà di 2.550 chili/ettaro rispetto ai 4.253 chili/ettaro dell'anno precedente.
L'istituto ha sottolineato che l'oliveto tradizionale è una coltura prevalentemente pluviale e, nonostante la sua elevata resistenza e l'adattamento a diverse condizioni, la siccità ha influito sul suo sviluppo vegetativo, limitando l'allegagione
e lo sviluppo dei frutti, che hanno causato la caduta prematura delle olive.
A causa delle scarse prospettive di produzione, molti oliveti non sono stati trattati, il che ha intensificato, in alcune zone, gli attacchi di mosca dell'olivo (Bactrocera oleae), con effetti negativi sulla qualità dell'olio.
Addirittura in alcuni oliveti la quantità di olive non ha giustificato il raccolto, il che ha contribuito ad un calo significativo della produzione.
Completamente opposta la situazione per quanto riguarda la Turchia. La produzione di olio d'oliva turco nella stagione 2022/23 potrebbe raggiungere le 421.717 tonnellate, con un forte aumento del 79% rispetto alla stagione precedente. Allo
stesso modo, la produzione di olive da tavola potrebbe raggiungere le 735.678 tonnellate, con un incremento del 45% rispetto al 2021/22.
In tutte le regioni del Paese, gli ulivi sono pieni di frutti che hanno già iniziato a essere raccolti, tanto che i produttori del Paese prevedono che la produzione di olio d'oliva raddoppierà rispetto alla scorsa stagione. Questi aumenti sono dovuti alle buone condizioni climatiche del Paese e all'aumento del numero di olivi piantati negli ultimi anni.
Questo aumento della produzione potrebbe portare la Turchia a colmare il vuoto lasciato da altri Paesi produttori come Italia, Spagna ed ovviamente Portogallo.