Agricola Bianchini è nata a Sant'Eufemia d'Aspromonte negli anni ’30, in provincia di Reggio Calabria – dove ancora oggi ha sede legale – per poi estendersi a Tuscania, in provincia di Viterbo.
L’azienda non è solo passata dalla Calabria al Lazio, ma si è anche tramandata di generazione in generazione: da Michelangelo Bianchini, il padre fondatore, Agricola Bianchini è arrivata in Lazio nel ‘95 grazie a Saverio Bianchini, il nonno di Rosa l'attuale
titolare insieme a Giorgio Iuculano.
La peculiarità di questa realtà ibrida, metà calabrese e metà laziale, sta nella formazione accademica dei proprietari: Rosa e Giorgio sono infatti ingegneri di professione.
“Giorgio ed io ci siamo appassionati all’olio EVO – spiega Rosa Bianchini – e abbiamo deciso di prendere in mano le redini dell’azienda curando in particolare la parte di innovazione e produzione. Essendo ingegneri, abbiamo deciso di ampliare
le nostre conoscenze sul settore olivicolo frequentando corsi di formazione e degustazioni di olio Extravergine di oliva, ma abbiamo comunque mantenuto la nostra mentalità analitica: approccio data driven nella gestione aziendale, installazione
di una stazione metereologica nei terreni per monitorare il clima nel corso dell’anno e analisi delle statistiche per verificare come i dati metereologici possono influenzare la produzione e la qualità dell’olio”.
In origine Agricola Bianchini non aveva una vera e propria identità di brand e si occupava solo ed esclusivamente dell’imbottigliamento. Il coinvolgimento di Rosa e Giorgio ha portato alla creazione di un vero e proprio brand aziendale. Infatti, ora i
prodotti portano tutti un’etichetta con marchio Bianchini, è stata creata una visual aziendale e si sta curando anche la comunicazione del brand senza mai perdere di vista la qualità del prodotto.
Inoltre, la formazione accademica di Rosa e Giorgio permette ai titolari di avanzare proposte innovative che potrebbero favorire l’intero settore olivicolo:
“Abbiamo creato un bollino – prosegue Rosa Bianchini – da inserire nell’etichetta del nostro prodotto. Si tratta di uno strumento che permette di monitorare la temperatura dell’olio: il colore del bollino cambia in base al calore
dell’ambiente di conservazione e quando si superano 20 gradi, il bollino scompare perché segnala che la temperatura è troppo alta. Viceversa, quando si rientra sotto la soglia dei 20 gradi, il bollino ricompare per stabilire l’idoneità dello stato
di conservazione”.
La natura ibrida dell’azienda si riflette anche nelle cultivar da cui si produce l’olio Bianchini: due cultivar non autoctone – la Nocellara del Belice (siciliana) e la Sinopolese (Calabrese) – che trovano a Tuscania un territorio
perfetto di coltivazione la cui storia risale alla popolazione Etrusca:
“Dal punto di vista storico – spiega Rosa Bianchini – il nostro territorio ha ospitato la popolazione Etrusca, elemento che vogliamo trasmettere nei nostri prodotti: le etichette riportano infatti la forma di un’anfora che gli etruschi producevano di
colore nero per differenziarsi dai greci – i cui vasi erano di colore più chiaro. Abbiamo deciso di raccontare questa storia nei nostri prodotti poiché, dato il nostro continuo impegno verso un’innovazione costante e le caratteristiche peculiari dell’origine
dell’azienda, vogliamo, anche noi, differenziarci dagli altri”.
E proprio la volontà di emergere risulta un elemento fondamentale all’interno di un settore olivicolo in cui la poca conoscenza è un problema ancora troppo attuale:
“C’è molta confusione sul mondo dell’olio – prosegue Rosa Bianchini –, ce ne siamo accorti dai feedback dei nostri clienti. Ma non è colpa dei consumatori, quanto più dei produttori che non conoscono i tecnicismi della produzione oppure non li comunicano
in modo adeguato. Per questo, insieme a Giorgio abbiamo puntato su una formazione personale costante che consideriamo il punto di partenza per essere in grado di comunicare poi ai consumatori le differenze dei tanti tipi di olio EVO”.
Un approccio volto alla comprensione della clientela, quello di Agricola Bianchini, che si basa sulla formazione, sia personale che dei consumatori, e su una comunicazione attenta attraverso i più importanti canali social:
“Veicoliamo contenuti di qualità su Instagram e Facebook. Abbiamo anche un profilo TikTok su cui vogliamo creare una strategia comunicativa accattivante soprattutto per i giovani: l’interesse delle nuove generazioni verso l’olio EVO è molto basso
ed è necessario essere presenti in queste piattaforme per incentivare la curiosità dei giovani. La comunicazione attuale non è adatta ai Millennial e alla Gen Z perché si parla di olio EVO come un prodotto tradizionale e lontano”.
Per questo motivo, al fine di avvicinarsi agli interessi delle giovani generazioni, Agricola Bianchini adotta un’agricoltura sostenibile, evita l’utilizzo dei pesticidi – anche quelli consentiti dalle linee guida dell’agricoltura biologica – e utilizza
un approccio 4.0:
“Stiamo progettando meccanismi di raccolta e analisi dei dati – conclude Rosa Bianchini –, stiamo sviluppando algoritmi che permettano di analizzare i dati e monitorare il clima per comprendere pattern ricorrenti e prevedere in anticipo possibili interventi
sul campo, magari anticipando il raccolto, se necessario”.