Bruxelles ha ritenuto necessario modificare la norma precedente, risalente a più di dieci anni fa, in coordinamento con organizzazioni del settore come il COI (Consiglio oleicolo internazionale) ed in linea con questa volontà, dal 24 novembre la Commissione
Europea applicherà un nuovo regolamento sull'olio d'oliva con un obiettivo duplice:
- difendere la qualità e la trasparenza nella produzione e nella commercializzazione del prodotto,
- evitare le frodi e la disinformazione dei consumatori.
L’Unione europea mantiene la possibilità che l'olio d'oliva possa essere venduto miscelato con altri oli esclusivamente vegetali, pur continuando a lasciare aperta la porta alla possibilità che questa decisione venga adottata da ciascuno dei Paesi
membri.
I principali Paesi produttori dell'UE, come Spagna, Italia e Grecia, mantengono il divieto di miscelazione per le aziende situate nel territorio nazionale e che vogliano commercializzarlo sul mercato domestico.
Tuttavia, i produttori possono produrre miscele purché siano destinate all'esportazione in altri Paesi dell'UE, dove la vendita è consentita. Questo implica che teoricamente potrebbero raggiungere gli scaffali, dato che l’Italia non può vietare
l'ingresso di un olio miscelato prodotto in un altro Paese comunitario.
Per proteggere la qualità degli oli ed evitare il rischio di contaminazione o frode, particolarmente elevato in periodi come quello attuale, Bruxelles ha mantenuto il divieto di vendita di olio sfuso, in contrasto con alcuni gruppi ambientalisti,
che vedono in questo tipo di vendita un rimedio contro l'uso massiccio di plastica.
Per dare ai consumatori maggiori garanzie sulla qualità del prodotto ed evitare le frodi, la Commissione sta pensando di rafforzare i sistemi di chiusura dei contenitori per impedirne il riempimento e la corretta leggibilità delle informazioni
in etichetta.
Dato che la luce e il calore influiscono sulla qualità del prodotto, la UE chiede che i consumatori siano avvertiti di questo rischio attraverso l’etichetta, in modo che possano tenerne conto quando conservano il prodotto.
Per evitare di trarre in inganno i consumatori, i prodotti alimentari contenenti olio d'oliva dovrebbero essere etichettati con l'esatta percentuale contenuta, mentre i prodotti alimentari in scatola contenenti olio d'oliva dovrebbero essere etichettati
con la sua percentuale in relazione al peso del prodotto.
In Italia, in linea con questo nuovo regolamento, l’ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile) ha elaborato uno studio basato sulla tecnologia sviluppata nei laboratori del Centro ricerche
di Frascati, per identificare la firma geochimica del suolo trasferita alle olive e poter individuare l’origine geografica dei prodotti olivicoli. Questo permetterebbe di evidenziare eventuali frodi soprattutto tra le Dop che devono garantire
caratteristiche di qualità, autenticità e tipicità strettamente legate al territorio di produzione.
Anche in Spagna, il settore dispone da un anno di un nuovo Piano Nazionale di Tracciabilità (Plan Nacional de Trazabilidad), coordinato dal Ministero dell'Agricoltura e gestito dalle comunità autonome per monitorare produzione, origine, trattamenti, rese e lavorazioni, fino agli scaffali della distribuzione.
In questo modo il Paese iberico cerca di proteggere la qualità, prevenire le frodi e difendere i consumatori.