La filiera alimentare è uno dei settori più vulnerabili alle pratiche commerciali sleali nelle relazioni B2B e questi aspetti sono parte delle rivendicazioni degli agricoltori scesi nelle strade in queste settimane di proteste in diversi Paesi europei.
La catena alimentare coinvolge diversi partecipanti (produttori, trasformatori, rivenditori, ecc.) che contribuiscono al suo valore e impatto sul prezzo finale pagato dal consumatore. Lo sfruttamento del potere contrattuale tra i diversi operatori
della catena può talvolta portare a pratiche commerciali sleali che possono avere effetti dannosi.
A tale riguardo, in UE è stata adottata nel 2019 una Direttiva sull'abolizione delle pratiche commerciali sleali (UTP) nelle relazioni tra imprese all'interno della catena alimentare agricola e alimentare. Questa direttiva vieta diverse pratiche commerciali sleali,
tra cui:
- Pagamenti oltre i 30 giorni per prodotti agricoli e alimentari deperibili,
- Pagamenti oltre i 60 giorni per altri prodotti agroalimentari,
- Cancellazioni con breve preavviso di prodotti agroalimentari deperibili,
- Modifiche unilaterali del contratto da parte dell'acquirente,
- Pagamenti non legati a una specifica transazione,
- Rischio di perdita e deterioramento trasferito al fornitore,
- Rifiuto di una conferma scritta di un contratto di fornitura da parte dell'acquirente, nonostante la richiesta del fornitore,
- Uso improprio di segreti commerciali da parte dell'acquirente,
- Ritorsioni commerciali da parte dell'acquirente,
- Trasferimento dei costi di esame dei reclami dei clienti al fornitore.
La Commissione Europea per contrastare questa problematica, soprattutto a vantaggio dei piccoli operatori che spesso non hanno sufficiente potere contrattuale per difendersi, ha lanciato un
sondaggio online anche in italiano aperto a tutti gli agricoltori e fornitori più piccoli operanti all'interno della catena alimentare agricola e alimentare. Una possibilità da sfruttare anche per gli operatori del settore olivicolo-oleario e gli olivicoltori
per fornire indicazioni e segnali chiari ai decision makers di Bruxelles.
Questo sondaggio, disponibile in tutte le lingue dell'UE fino al 15 marzo 2024, offre l'opportunità di esprimere le proprie preoccupazioni e condividere le proprie esperienze relative alle pratiche commerciali sleali all'interno della catena alimentare.
Il sondaggio, gestito congiuntamente dal Il Centro comune di ricerca e dalla Direzione Generale per l'Agricoltura e lo Sviluppo Rurale della Commissione Europea, mira a coinvolgere specificamente i fornitori più piccoli operanti all'interno della
catena alimentare agricola e alimentare.
Inoltre offre agli agricoltori la possibilità di trasmettere informazioni in modo sicuro ed in forma confidenziale alle autorità anche per avviare inchieste settoriali, identificare e sanzionare pratiche commerciali sleali.
I risultati che scaturiranno da questi sondaggi verranno utilizzati per valutare l'efficacia delle misure adottate e per proporre eventuali azioni volte a rafforzare la posizione degli agricoltori nella catena alimentare. Questo mese la Commissione
infatti presenterà agli Stati membri diverse azioni su tematiche quali:
- la trasparenza del mercato,
- l'applicazione della Direttiva contro le pratiche commerciali sleali e i suoi controlli,
- i costi di produzione,
- il controllo più omogeneo delle normative esistenti sui prodotti agricoli importati.
Questa iniziativa può rappresentare un'importante occasione per gli olivicoltori, specialmente quelli più piccoli, per fornire il proprio contributo, esprimere preoccupazioni, segnalare abusi, ma anche contribuire all'efficacia delle misure adottate e
influenzare potenziali azioni future volte a rafforzare la posizione degli agricoltori.