Salute e Ambiente

Lunedì 5 Settembre 2022

Olio d'oliva: potenziale aiuto nella prevenzione e trattamento dell'Alzheimer

Oltre a proteggere dalle patologie legate all'invecchiamento cognitivo, l’olio d’oliva avrebbe un'azione preventiva e "nutraceutica" contro l’Alzheimer.

di Emanuele Fiorio

Scheda tecnica

L’anno scorso è stata avviata una ricerca italiana focalizzata sull’analisi dei benefici dell'olio extravergine di oliva nel rallentare l'invecchiamento cognitivo. Lo studio che attualmente è in fase di test, è guidato da Giorgio D'Andrea, ricercatore dell'Istituto di Biologia Cellulare e Neurobiologia del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) di Roma, in collaborazione con la Fondazione Umberto Veronesi.

Secondo lo studio, contrariamente a quanto si credeva fino a pochi anni fa, è possibile produrre nuovi neuroni nel cervello anche in età adulta a partire da cellule staminali.

La ricerca si è concentrata sull'idrossitirosolo, per comprendere come funziona sulle cellule staminali neuronali. Si tratta di un fenolo con forti proprietà antiossidanti presente nell'olio extravergine d’oliva insieme ad altre sostanze polifenoliche, come l'oleocantale e ad altri elementi positivi per la salute come l'acido oleico, i grassi polinsaturi essenziali, la vitamina A e la vitamina E.

Numerosi studi hanno dimostrato gli effetti benefici dell'olio d'oliva sul sistema cardiovascolare e sull'apparato intestinale, mentre sul sistema nervoso centrale ci sono ancora molte incognite. 

Finora i ricercatori hanno dimostrato che l'ingestione di idrossitirosolo stimola la produzione di nuovi neuroni dalle cellule staminali. Ora l'obiettivo è capire come si comportano questi nuovi neuroni, se effettivamente aumentano le capacità di apprendimento e di memoria.

"Gli antichi greci - commenta Giorgio D'Andrea- erano ben consapevoli delle molteplici proprietà benefiche dell'olio di oliva. Oggi il nostro compito è dimostrare queste ipotesi, studiando i meccanismi coinvolti, per poter confermare con maggiore certezza che non solo la dieta mediterranea, nel suo complesso, è protettiva contro le malattie legate all'invecchiamento, ma in particolare l'olio extravergine di oliva di per sé può svolgere un'azione attiva di tipo preventivo e "nutraceutico".

E l’olio extravergine d’oliva sembra essere in grado anche di aiutare nella prevenzione e nel trattamento della neuro-infiammazione, evento cruciale che contribuisce all’insorgenza e alla progressione della malattia di Alzheimer.

Un nuovo studio di Gabriella Testa, ricercatrice presso il Dipartimento di Scienze Cliniche e Biologiche dell’Università degli Studi di Torino, si concentra su una gamma di molecole antiossidanti chiamate polifenoli, presenti nelle piante e nei frutti e di cui l’olio extravergine d’oliva è particolarmente ricco. 

Lo scopo del suo progetto è verificare se l’idrossitirosolo, il principale polifenolo contenuto in questo alimento, sia in grado di contrastare la neuro-infiammazione prodotta dagli ossisteroli (derivato del colesterolo ottenuto per ossidazione grazie all'intervento di enzimi e/o pro-ossidanti).

Purtroppo, attualmente, non esistono farmaci in grado di rallentare o fermare il danno cerebrale causato dall’Alzheimer che è la forma di demenza più comune nella popolazione al di sopra dei 65 anni. 

Come sostiene Testa: “Studi scientifici confermano che la neuro-infiammazione contribuisce alla patogenesi della malattia di Alzheimer. Al tempo stesso, è ormai accertato che i polifenoli esplicano una potente azione antinfiammatoria anche a livello cerebrale. Sulla base di queste evidenze sperimentali abbiamo pensato che l’idrossitirosolo, il principale polifenolo contenuto nell’olio di oliva, si potrebbe configurare come il perfetto candidato alla prevenzione e al trattamento della neuro-infiammazione, evento cruciale che contribuisce all’insorgenza e alla progressione della malattia di Alzheimer”.

L'olio d'oliva, ingrediente principale della dieta mediterranea, contiene numerosi polifenoli considerati potenziali nutraceutici per il trattamento delle malattie neurodegenerative ed è per questo che Testa si augura che la ricerca: “Permetta di convalidare l’uso dell’idrossitirosolo nella progettazione di formulazioni efficaci sia nella prevenzione, sia nella cura della malattia di Alzheimer. L’arricchimento alimentare con l’idrossitirosolo potrebbe rappresentare una nuova ed efficace strategia preventiva e terapeutica nella pratica clinica”.