Gli esperti della
Commissione Europea
recentemente hanno evidenziato che l’export di olio d'oliva europeo aumenterà sia nei mercati consolidati che in quelli emergenti grazie alla crescente popolarità dell'olio extra vergine di oliva e della Dieta mediterranea.
Tra il 2022 e il 2030
, si stima che
l’export europeo di olio d'oliva superi il milione di tonnellate
, quasi il 40% al di sopra della media quinquennale (717,900 tonnellate).
In questo panorama positivo di sviluppo, si inseriscono i dati di
Ismea
che ha analizzato l'andamento dell’export di olio d’oliva italiano in relazione ai
primi nove mesi del 2021.
L’anno appena trascorso registra una riduzione netta in termini quantitativi rispetto allo stesso periodo del 2020.
I volumi importati sono diminuiti del 10%
ma si è verificato un aumento della spesa del 20% a causa della dinamica dei prezzi internazionali. Nel frattempo,
le esportazioni sono diminuite
soprattutto nelle categorie
lampante e vergine
, dove si è osservato un calo rispettivamente
del 32,7% e del 19,8%
, rispettivamente. Ma anche l’
olio EVO
ha subito un calo dell’
8,9%
, da 363.991 tonnellate del 2020 si è passati alle 331.441 tonnellate del 2021.
Il calo delle richieste di olio italiano si è fatto sentire soprattutto negli
Stati Uniti (-14% in volume e -4% in valore)
dove hanno inciso notevolmente i problemi legati alla logistica.
Oltre agli USA, si sono registrate perdite di volume a due cifre in Canada, Giappone e Regno Unito ma questi ultimi due Paesi hanno mostrato crescite per quanto riguarda il valore.
Segno positivo per le esportazioni verso Germania, Svizzera e Russia che sono aumentate sia in volume che in valore.
In passivo anche la bilancia commerciale
dei primi nove mesi del 2021, l’import ha raggiunto le 436.000 tonnellate, con un netto rallentamento rispetto ai primi mesi dell'anno, quando le aziende imbottigliatrici hanno fatto scorte significative.
Dalla Spagna, principale paese fornitore dell'Italia, sono state importate 272.000 tonnellate, in linea con lo stesso periodo dello scorso anno, per un
valore che è aumentato del 30% a causa del forte aumento dei prezzi.
L’import dalla Grecia è diminuito del 5%, un calo chiaramente dovuto ai notevoli quantitativi giunti dalla Spagna.
Sono
crollate le importazioni dalla Tunisia
(la cui produzione nel 2020 era stata bassa): il calo è stato del
39% in volume
, accompagnato da un
-14% in valore
. Le 38.000 tonnellate importate dalla Tunisia rappresentano solo il 9% del totale importato dall'Italia.