Il consumo pro-capite di olio d'oliva nel mondo ammonta a 410 grammi. Nei grandi Paesi produttori (Spagna, Italia, Grecia, etc…) la media è di 6 kg pro-capite l'anno, nei piccoli Paesi produttori come Brasile e USA, la media pro-capite si attesta
a 750 grammi e nei Paesi non produttori (Regno Unito, Russia, Canada, ecc.) il consumo pro-capite si ferma a 270 grammi.
Tuttavia, se consideriamo la fascia demografica al di sotto dei 34 anni che rappresenta più del 50% della popolazione mondiale, questa quantità scende a 103 grammi, il 75% in meno rispetto agli over-34.
Questo è uno dei dati principali emersi dal recente report di Fundación Caja Rural de Jaén, un documento che mette in luce come l'olio d'oliva sia un prodotto di consumo che non attrae i giovani ed è molto legato alla familiarità e alla vicinanza.
Infatti il consumo tra i giovani è nettamente più alto nei Paesi produttori.
Perchè i giovani consumano meno olio d'oliva?
Quali sono dunque le ragioni che spingono i giovani a consumare meno olio d'oliva rispetto alle altre fasce anagrafiche?
Uno dei vettori fondamentali per la promozione del consumo di oli d'oliva riguarda la salubrità di questo grasso vegetale.
Ma per i giovani questo non è un attributo essenziale, semplicemente perché essi godono di uno stato di salute particolarmente soddisfacente in generale, e quindi sono poco attratti da questi benefici.
Un altro fattore a livello globale è che i giovani mangiano fuori casa in media almeno 15 volte a settimana, soprattutto nei fast-food. Quando decidono di fermarsi a casa, spesso purtroppo mangiano cibi precotti. Quindi non c'è una relazione diretta tra i giovani e il consumo di olio d'oliva,
tranne quando sono i genitori ad occuparsi di preparare i pasti utilizzando olio d’oliva.
Lo studio sottolinea inoltre che "questa mancanza di attenzione che i giovani hanno per l’olio d'oliva, così come la miopia del settore produttivo nei confronti dei giovani, mette in pericolo non solo l'attuale generazione di consumatori, ma anche quella futura,
in quanto questi ultimi sono coloro che educheranno i potenziali futuri consumatori, quindi riguarda almeno due generazioni".
Lo studio conclude che è fondamentale realizzare azioni promozionali rivolte principalmente verso 3 target:
• il segmento di popolazione under-34,
• il settore Horeca (addetti e imprenditori)
• l’industria di trasformazione e distribuzione alimentare.
Se questo processo non darà i frutti desiderati, la fascia anagrafica maggioritaria di consumatori che attualmente si aggira attorno ai 49 anni, diverrà sempre più anziana e si perderanno potenziali consumatori.