Marketing e Tendenze

Martedì 23 Maggio 2023

L'impatto del COVID-19 sul mercato mondiale dell'olio d'oliva

La pandemia ha avuto un impatto significativo sul mercato dell'olio d'oliva, con una diminuzione della domanda di olio in tutti i Paesi. Ma ci sono stati anche risvolti positivi?

di Sara Migliorini

Scheda tecnica

L'olio extra vergine d'oliva è un ingrediente essenziale della cucina mediterranea e la sua domanda è aumentata rapidamente negli ultimi anni grazie alla crescente consapevolezza dei suoi benefici per la salute. Stando a una stima del 2022, il valore complessivo del mercato globale dell'olio d'oliva ammonta a 14,20 miliardi di dollari e si prevede che raggiunga i 18,42 miliardi di dollari entro il 2030, con un tasso di crescita annuo composto (CAGR) del 3,33% durante il periodo considerato. Tuttavia, la pandemia globale di COVID-19 ha causato un improvviso calo della domanda in tutte le regioni del mondo rispetto ai livelli pre-pandemici, con conseguenze evidenti sul settore.

I principali dati di mercato

Secondo una recente analisi condotta dalla nota società di ricerca Fortune Business Insights, nel 2020 il mercato globale dell'olio d'oliva ha subito una contrazione del 2,78% rispetto all'anno precedente. L'interruzione delle attività commerciali causata dai blocchi internazionali ha rallentato la crescita del settore, con un calo del 13% delle importazioni di olio d'oliva dagli Stati Uniti nel 2020 rispetto al 2019. Tuttavia, la preoccupazione per l’immunità e la salute generale ha incentivato la domanda di oli percepiti come “più sani”, una tendenza destinata a persistere anche dopo il periodo pandemico. In questo contesto di maggiore sensibilizzazione ai temi relativi al benessere, la scelta di alimenti sani e sostenibili è diventata una priorità per molti consumatori, e l’olio è un prodotto che suscita particolare curiosità e interesse grazie ai suoi attributi benefici per la salute.

In molti Paesi del Mediterraneo, in controtendenza rispetto alla media mondiale, le vendite di olio d’oliva sono aumentate nel 2020 rispetto al 2019 (in particolar modo in Italia, dove si è registrato un incremento del 22%). L'attrattiva del prodotto è evidente anche in economie emergenti dove, durante il lockdown, molte persone hanno scelto di sperimentare e reinventare le esperienze culinarie gourmet a casa propria; secondo Sanjay Nandrajog, CEO di FieldFresh Foods, i marchi Del Monte e Oleev hanno riportato un aumento delle vendite del 30% nel 2020, mentre il marchio Leonardo di Cargill è cresciuto di quasi il 15-20% negli ultimi due quarti dello stesso anno. Questa forte crescita è attribuibile all’aumento della domanda di olio di oliva nei canali di vendita al dettaglio, oltre alla popolarità della cucina mediterranea e dei suoi benefici per la salute.

In sintesi, l'impatto del COVID-19 sul mercato dell'olio d'oliva è stato significativo, ma si prevede che il crescente interesse per la salute e la cucina sana (favorito da alcune pratiche sorte durante la pandemia) continui a sostenere l’espansione del mercato nei prossimi anni. L'olio d’oliva - in particolar modo l’extravergine - rimane un ingrediente prezioso per una cucina sana e bilanciata e la sua domanda è destinata ad aumentare con la ripresa economica globale.

Tendenze del mercato e fattori trainanti

Le ultime tendenze del mercato dell'olio d'oliva vanno di pari passo con la maggiore attenzione dei consumatori nei confronti della salute e del benessere. Negli ultimi anni, infatti, sempre più persone hanno iniziato a includere oli vegetali ricchi di nutrienti nella loro dieta quotidiana con l'obiettivo di ridurre il rischio di problemi di salute legati allo stile di vita; la consapevolezza della forte correlazione tra il consumo di grassi (fra cui gli oli) e l’insorgere di ipertensione e malattie cardiache coronariche sta dunque alimentando la richiesta di materie prime più sane.

Questo fattore, assieme all’espansione della cucina mediterranea, ha portato ad un'impennata della domanda di oli vegetali con indicazioni specifiche sulla salute in etichetta, come quelli ad alto contenuto di omega-3, acidi grassi monoinsaturi (MUFA) e vitamina E, noti per le loro proprietà benefiche.

Un'altra tendenza interessante è l'aumento della popolarità degli oli meno lavorati o artigianali: un numero sempre maggiore di consumatori preferisce gli oli da cucina grezzi, naturali e spremuti a freddo, ritenendoli più salutari rispetto ai loro omologhi lavorati. In particolare, si è riscontrato un aumento dell’interesse verso oli di oliva vergini ed extravergini, apprezzati per il loro basso livello di lavorazione e il profilo stabile di acidi grassi. Tra questi, gli oli spremuti a freddo godono di particolare popolarità grazie al loro sapore “pulito” e alle proprietà organolettiche inalterate.

Va segnalato inoltre che, in risposta alla crescente preoccupazione per la sostenibilità ambientale, molti consumatori si stanno orientando verso oli di oliva meno lavorati, come ad esempio l'olio extravergine di oliva, che richiede una lavorazione minima e ha un impatto ambientale ridotto.