Con 100 mila metri quadri di quartiere fieristico, oltre 4000 aziende presenti da oltre 30 nazioni e 17 padiglioni, Vinitaly 2023, dopo un’attenta programmazione da parte di VeronaFiere, ha rispettato e superato le aspettative. Il comparto vinicolo ha
goduto di 93 mila presenze, 26.000 delle quali straniere, a conferma della vitalità del mercato internazionale, in un ambiente fieristico caratterizzato in senso generale da ottimismo e vitalità: questi i grandi numeri che hanno dato vita alla frenetica
attività che ha contraddistinto i padiglioni del vino.
Il
comparto dell’olio ha fatto registrare la presenza di 280 espositori, di cui 3 esteri, e di buyer provenienti da più di 130 paesi; il padiglione dedicato al food di qualità, se confrontato con il convulso comparto del vino, è stato da molti
ritenuto una vera e propria oasi tranquilla; per qualcuno, sicuramente troppo.
Le fiere sono per definizione un ambiente di confusione e di caos positivo; dove manca l’afflusso massivo di persone, è fisiologico fare qualche riflessione. E visitando moltissimi stand di produttori di olio Evo abbiamo riscontrato un sentimento
diffuso: il padiglione dedicato all’Olio Extravergine di oliva, al food e alla birra non è rientrato all’interno della cassa di risonanza mediatica di cui invece ha goduto il comparto vinicolo.
L’interesse per il settore dell’olio non sembra ancora essere tale da ricevere, in una fiera internazionale come il Vinitaly, i riflettori che merita.
La marginale rappresentanza del settore dell’olio Evo a Vinitaly è facilmente riscontrabile dalla limitata copertura mediatica a posteriori della fiera. Sol&Agrifood non è stato oggetto di una proliferazione di articoli post fiera, che ha
invece interessato il comparto vinicolo.
Dopo aver ascoltato le testimonianze di molti dei produttori presenti al padiglione dedicato al food di qualità, è emerso che molti di loro non si sono sentiti sufficientemente rappresentati, e che in certo senso, l’olio Evo continua ad essere il
fratello minore del vino, complice una cultura dell’olio che ha ancora ampio margine di crescita e miglioramento.
Ma il percepito non è stato per tutti lo stesso: per quanto la quasi totalità dei produttori abbia espresso il bisogno di una maggiore visibilità e copertura mediatica per il settore olivicolo, non è mancato chi si è detto soddisfatto della organizzazione
di un hub dedicato esclusivamente al food di qualità, che ha dato i suoi frutti, nonostante i limiti che il comparto ancora riscontra: apprezzabili le nuove presenze tra gli espositori, buono il transito degli operatori, possibilità di incontro
con clienti ma anche interessanti nuovi contatti, sia con intermediari che con il trade, in particolare una buona presenza della ristorazione.
Mettendo a sistema opinioni anche diverse tra loro, si può ad oggi concludere che sono ancora molte le opportunità di crescita degli strumenti di promozione a supporto del comparto dell’olio Evo, e, quindi, significative le sfide per le manifestazioni
fieristiche dedicate al settore.