Mercato Italia

Venerdì 29 Novembre 2024

Da Sud a Nord, olio d'oliva: qualità eccellente ma rese in picchiata

Lungo tutto lo stivale, il clima instabile, gli eventi estremi e le rese sotto la media segnano una stagione complicata per i produttori di olio. Previsti ulteriori rincari dei prezzi.

di Emanuele Fiorio

Scheda tecnica

I produttori italiani di olio d'oliva affrontano una raccolta caratterizzata da rese nettamente inferiori alla media, nonostante la qualità eccellente del prodotto. Le condizioni climatiche avverse hanno influito negativamente sulle rese in molte aree del Paese, con inevitabili ripercussioni sui prezzi. L’annata 2024 si presenta come una delle più complesse degli ultimi anni, l’importanza di tecnologie innovative e strategie mirate per mitigare gli effetti del cambiamento climatico è sempre più pressante.

In Calabria, Diego Fazio di Tre Olive ha descritto una situazione particolarmente critica in cui si assiste a un calo significativo dei volumi, scesi a circa il 10% rispetto alle aspettative, pur riconoscendo una qualità che rimane ottimale.

Come evidenzia un recente articolo di Olive Oil Times, le difficoltà dovute ad un clima difficile hanno coinvolto molte regioni del Sud Italia. Maria Cristina Di Giovanni, proprietaria di Podere d’Ippolito a Lamezia Terme in provincia di Catanzaro, ha sottolineato come alcune delle aziende agricole della zona abbiano subito danni considerevoli a causa delle inondazioni e delle forti piogge di fine ottobre. Gli agricoltori hanno dovuto anche gestire corsi d'acqua in piena e frane che ostruivano le vie di accesso.

In Puglia, regione leader nella produzione olearia, la drastica riduzione dei volumi influisce gravemente sulla produzione complessiva. "Stimiamo che la Puglia produrrà meno della metà della sua produzione abituale. La combinazione del ciclo alternato di fruttificazione e delle condizioni avverse durante la fioritura, insieme a una stagione molto secca, ha avuto un impatto grave sulla produzione" ha spiegato Massimo Ragno, responsabile acquisti di Monini.

Nonostante queste sfide, alcuni coltivatori di qualità sono riusciti ad adattarsi, grazie all'uso di sistemi di previsione e sensori ambientali che ha consentito di mantenere livelli di produzione in linea con gli anni precedenti.

Anche in Centro Italia la situazione non è particolarmente positiva. In Lazio Marco Prosseda, titolare di DueNoveSei, ha raccontato che nonostante un raccolto di olive più alto del 30% rispetto al 2023, la produzione di olio è quasi la stessa dell'anno scorso: “Da 100 chilogrammi di olive estraiamo solo 9 litri di olio, una resa del 9%, quando di solito raggiungiamo circa il 15%". Ciò a causa delle pesanti piogge di settembre e ottobre che hanno “gonfiato” le olive di acqua

Sempre nel Lazio, a Montelibretti, Antonio Mancini co-direttore dell'azienda agricola Marcoaldi Roberta ha osservato che le olive sono sane e abbondanti, ma le piogge intense hanno gonfiato i frutti: “Dopo mesi di siccità, il loro volume è raddoppiato in sole 12-24 ore e il loro peso è aumentato a causa dell'assorbimento di acqua".

In Toscana, Simone Botti dell'azienda Le Fontacce, in provincia di Arezzo, riporta dati altrettanto deludenti, la raccolta del Leccino (una varietà precoce) sta dando una resa del 6% (da 100 kg di olive si estraggono solo 6 litri di olio) e la miscela di Moraiolo, Leccino e Frantoio sta ottenendo rese dell'8,5%, rispetto alla media precedente del 13%.

La siccità estiva ha penalizzato lo sviluppo della polpa, lasciando molte olive con un rapporto squilibrato tra nocciolo e polpa. Anche qui, la qualità del prodotto finale resta elevata, ma le quantità ridotte generano inevitabili preoccupazioni per il bilancio aziendale.

Al Nord i produttori lamentano difficoltà analoghe. Nel Veronese, varietà come il Grignano hanno raggiunto appena il 6% di resa, contro il consueto 10% ha testimoniato Ceil Friedman, comproprietario di Erminio Cordioli. La raccolta è stata complicata anche dalle frequenti piogge, che hanno reso il lavoro nei campi ancora più impegnativo.

In Trentino, Agraria Riva del Garda ha registrato un calo significativo, nonostante una abbondante produzione di olive, le rese al frantoio sono di appena l’8%, rispetto alla media del 14-15%. La mancanza di sole da settembre ha impedito una maturazione completa, riducendo drasticamente i volumi.

Pietro Polizzi di Olio Enotre, con uliveti tra Veneto e Calabria, conferma che le rese sono state intorno al 7-8%, ma il prodotto finale è di altissima qualità. Tuttavia, ritiene che il mercato sarà influenzato dai prezzi più alti, e spiegare ai consumatori queste dinamiche non sarà facile

L’annata 2024 riflette non solo le sfide climatiche e agronomiche, ma anche l’importanza di adottare un approccio innovativo e sostenibile per garantire la resilienza del settore. Le aziende più lungimiranti stanno già investendo in tecnologie di precisione e pratiche agronomiche avanzate per mitigare gli effetti delle condizioni climatiche sempre più estreme. Con una produzione complessiva ridotta ma standard qualitativi elevati, questa stagione probabilmente rappresenterà un monito per il futuro, evidenziando l’urgenza di un adattamento strutturale e di politiche più mirate per sostenere il comparto oleario italiano.