Mercato Estero

Mercoledì 22 Giugno 2022

Import di olio d’oliva in USA: Il futuro è preoccupante

I prezzi delle spedizioni di olio negli USA sono aumentati di circa il 400-500%. Patologie dell’olivo, problemi logistici, aumento dell'energia e guerra stanno aumentando le preoccupazioni.

di Emanuele Fiorio

Scheda tecnica

Secondo gli esperti del settore, si stanno verificando una serie di problemi che mettono seriamente in difficoltà l'industria dell'olio d'oliva: la situazione sta diventando sempre più complessa e grave. 

Le sfide principali riguardano:
  • la rapida diffusione del CoDiRO (Complesso del disseccamento rapido dell’olivo, provocato dal batterio della Xylella fastidiosa),
  • la rogna dell’olivo,
  • i problemi di produzione legati alla pandemia,
  • i problemi relativi all’approvvigionamento derivanti dalla guerra in corso in Ucraina.

I problemi sono iniziati poco più di dieci anni fa, quando la Xylella fastidiosa ha iniziato a colpire milioni di ulivi nel nostro Paese, in particolare in Puglia. 
Come sappiamo il batterio si è poi diffuso ben oltre la Puglia (regione che produce circa il 12% dell'offerta mondiale di olio d'oliva) ed ora ha raggiunto tutta l'Italia e altre nazioni del Mediterraneo.

Come riporta il New York Post, secondo Pietro Brembilla, proprietario di “Sogno Toscano” che importa prodotti d’eccellenza italiani negli Stati Uniti: "Questo è il momento più critico per l'olio d'oliva. Il futuro è imprevedibile".

Brembilla ha dichiarato che negli ultimi 5 anni la rogna dell’ulivo (causata dal batterio Pseudomonas syringae spesso veicolato dalla mosca dell’olivo) ha danneggiato circa il 50% della produzione di olio d’oliva italiano. Teme che non si faccia abbastanza per combatterla: "Sono troppi anni che c’è questo problema... sta distruggendo i raccolti”.
Uno dei maggiori problemi è che i prodotti colpiti non soddisfano gli standard sanitari per essere spediti all’estero.

Un altro esperto, Francesco D'Onofrio, responsabile di “Supermarket Italy” (portale americano online dedicato ai prodotti gastronomici italiani), sostiene che le iniziative portate avanti dal Governo italiano, come la piantumazione in massa di nuovi ulivi, permettono di combattere efficacemente la rogna: "Ho parlato con diversi grandi produttori in Italia e non vedono alcun problema per il raccolto 2023".

Come per molti altri beni, la pandemia ha impattato pesantemente sui costi, la produzione e il trasporto dell'olio d'oliva.
Inoltre la carenza di manodopera, i problemi della catena di approvvigionamento, l'aumento dei costi dell'energia e le problematiche logistiche nei porti di tutto il mondo (in particolare quelli americani) hanno portato a un forte aumento dei prezzi.

Secondo Brembilla e Dave Greco di Mike's Deli (uno dei suoi clienti più fedeli da dieci anni), le lungaggini e le difficoltà logistiche nei porti hanno causato un'impennata dei prezzi delle spedizioni di circa il 400-500%.

Greco ha detto che i costi dei container per importare olio d'oliva o pomodori in scatola sono passati da 4.000 dollari a 9.000-12.000 dollari. Questo ha costretto lui e molti altri rivenditori locali ad aumentare i prezzi.

L'invasione russa dell'Ucraina è stata la "ciliegina sulla torta" secondo Brembilla. L'Ucraina era un leader mondiale nella produzione di olio di girasole, ma dopo l'invasione russa ha sostanzialmente interrotto la produzione. I produttori sono ricorsi alla sostituzione dell'olio di girasole con l'olio d'oliva, facendo aumentare il costo di alcuni oli d'oliva fino al 40%.

Per tutti questi motivi, Brembilla teme che gli effetti di questa congiuntura sfavorevole sia sull’olivicoltura italiana che sulle esportazioni di prodotti di qualità provenienti dall’area mediterranea, possano diventare insostenibili a lungo termine.