Economia

Venerdì 17 Giugno 2022

Import olio d’oliva USA: crescono Italia e Spagna

Nonostante un lieve calo dell’import totale, gli USA rimangono il più grande mercato export mondiale di olio. Italia, Spagna e Tunisia i principali fornitori.

di Emanuele Fiorio

Scheda tecnica

L'importanza geo-strategica dell'olio d'oliva negli Stati Uniti continua a crescere, sia per il volume di olio d’oliva importato - soprattutto in relazione alla produzione locale - sia soprattutto per la crescente importanza del fattore salute per la classe media americana.

Lo dimostrano gli ultimi dati forniti dal Consiglio Oleicolo Internazionale (COI), secondo cui le importazioni di olio di oliva negli Stati Uniti hanno raggiunto le 379.539 tonnellate nella campagna 2020/2021, il 3% in meno rispetto alla campagna 2019/20. 

Nonostante il lieve calo, gli USA rappresentano il principale mercato mondiale di olio d'oliva con il 35% circa delle importazioni mondiali di olio d'oliva, seguiti dall'Unione Europea con il 15%, dal Brasile con l'8%, dal Giappone con il 6% e dal Canada con il 5%. Questi quattro mercati, rappresentano il 69% delle importazioni mondiali.

Nella stagione 2020/2021, la Spagna è stata il Paese che ha registrato la maggiore crescita delle esportazioni verso gli Stati Uniti, pari al 4,9%, rispetto all'1,4% dell'Italia e al calo del 6,1% della Tunisia e del 25% del Portogallo.

Le importazioni di olio d'oliva e di olio di sansa d'oliva dagli Stati Uniti sono diminuite dell'1,6% durante l'ultima campagna 2020/21, raggiungendo le 390.534 tonnellate. L'analisi del COI degli ultimi sette anni mostra che Italia, Spagna e Tunisia sono i principali fornitori degli Stati Uniti, insieme rappresentano il 78,9% del totale. Seguono il Portogallo con il 6,6% e la Turchia con il 4,5%.

In termini di volumi per categoria di prodotto, il 73% delle importazioni totali riguarda l'olio di oliva vergine, seguito dalle importazioni di olio di oliva con il 24,2% e il restante 2,8% corrisponde alle importazioni di olio di sansa.

La Spagna aveva superato l'Italia come principale fornitore degli Stati Uniti nella stagione 2015/16; tuttavia, ha perso la leadership nel 2019/20 a favore dell'Italia, con un calo delle vendite del 34%.
Questo forte calo è stato dovuto all'applicazione, da ottobre 2019, di dazi sull’olio spagnolo da parte degli Stati Uniti nel contesto della controversia Boeing-Airbus. I dazi sono rimasti in vigore fino a giugno 2021.

Gli altri fornitori del mercato statunitense la scorsa stagione hanno registrato una flessione delle esportazioni, le spedizioni del Portogallo sono diminuite significativamente, così come quelle da Tunisia, Turchia e Marocco.

Per quanto riguarda il tipo di imballaggio utilizzato spicca l'Italia che commercializza contenitori di peso inferiore a 18 kg, preferiti rispetto a quelli di peso uguale o superiore a 18 kg, che rappresentano solo il 7,1%. 
Altri Paesi che utilizzano questi imballi sono Portogallo, Grecia, Libano, Israele e Siria. Altri Paesi come Spagna, Turchia, Cile, Marocco, Austria, Paesi Bassi, Australia ed Egitto, invece, utilizzano nel 75% dei casi contenitori da 18 kg o più.