Economia

Mercoledì 17 Luglio 2024

Olio Spagna, azzeramento IVA: soluzione percorribile anche in Italia?

La Spagna considera l’olio un “bene di prima necessità” e azzera l’IVA per contrastare i rincari. L’Italia dovrebbe considerare misure simili?

di Emanuele Fiorio

Scheda tecnica

Il governo spagnolo ha recentemente annunciato una misura storica: l'azzeramento temporaneo dell'IVA sull'olio di oliva, con l’obiettivo di contrastare i forti rincari che hanno colpito il settore. Questa decisione, già operativa dal 1° luglio, rappresenta un passo decisivo per sostenere il comparto oleario, fortemente danneggiato dalla siccità, dalle rese produttive in picchiata e dai conseguenti aumenti dei prezzi.

Infatti nell’ultimo anno il prezzo dell’olio extravergine di oliva in Spagna è aumentato del 62,6%, quello dell’olio di oliva vergine del 61,2% e quello dell’olio di oliva del 61%. 
In Italia i prezzi dell’olio extravergine di oliva, che fino a un anno fa era possibile trovare ad un prezzo medio di 5,90 euro/litro, si attestano ora poco al di sotto dei 10 euro, con un aumento medio del 69%. Percentuale che cresce fino a sfiorare l’80% per alcune marche.

Questo contesto rende la misura del governo ancora più significativa per sostenere i consumatori e il settore oleario. In Spagna si tratta della seconda riduzione dell’Iva operata dal governo, già scesa dal 10% al 5% nel 2023, il provvedimento include l’olio d’oliva nel gruppo dei beni essenziali (come il pane, la frutta e la verdura o le uova) che applicano permanentemente l’aliquota ridotta. L’azzeramento temporaneo terminerà nel 2025 quando l’IVA tornerà ad un’aliquota del 4%.

La Spagna ha già registrato un impatto positivo immediato: "La riduzione dell'IVA ha permesso di alleggerire i costi per i consumatori e di incentivare gli acquisti," afferma il Ministro dell'agricoltura spagnolo Luis Planas. Gli imbottigliatori hanno incrementato le loro attività di acquisto, stabilizzando il mercato ed evitando il declassamento di olio di qualità. Questa politica non solo ha protetto i consumatori ma ha anche sostenuto un settore chiave per l’economia spagnola. In Italia, l'IVA sull’olio di oliva è al 4% da molti anni, ma gli attuali scenari di mercato potrebbero giustificare misure più radicali.

Una proposta valida per l’Italia?

La crisi strutturale dell’olivicoltura italiana richiede soluzioni innovative e interventi straordinari.
In Italia, come già specificato, l'IVA sull'olio di oliva è già al 4% ma azzerarla temporaneamente potrebbe offrire una boccata d’ossigeno al settore, aiutando a incentivare i consumi e a facilitare i flussi di mercato. Questo intervento potrebbe rivelarsi vitale in un periodo di emergenza economica e di scarsità di materia prima come quello che sta vivendo il comparto olivicolo-oleario italiano.

In Spagna, l'operazione è stata fruttuosa grazie alla collaborazione tra governo, industria e produzione, un modello che potrebbe essere replicato in Italia. La misura spagnola non solo ha contenuto i costi per i consumatori, ma ha anche protetto l’intero comparto oleario, una strategia che l'Italia farebbe bene a considerare, attraverso l’implementazione di politiche che proteggano i consumatori e sostengano i produttori in questi tempi di crisi.