Il Brasile è considerato il più grande mercato dell'America Latina, l'ottavo consumatore di olio d'oliva al mondo, rappresenta circa il 2,9% del consumo mondiale e utilizza più olio d'oliva di paesi come Germania, Giappone, Cina, Regno Unito
e Russia.
Inoltre, dato che il 99% dell'olio d'oliva consumato in Brasile viene importato, il Paese sudamericano rappresenta uno dei principali mercati mondiali per le aziende olearie. Esistono iniziative di produzione locale, soprattutto nello Stato del
Rio Grande do Sul, ma per quantitativi veramente ridotti che soddisfano appena l’1% della domanda nazionale.
L'olio d'oliva è un prodotto con ottime prospettive in Brasile visto che, soprattutto in seguito alla pandemia, alle restrizioni e ai lockdown, si sono sviluppate alcune tendenze:
- un aumento delle vendite di prodotti considerati salubri,
- un maggior interesse per i prodotti freschi, di qualità e minimamente lavorati,
- un aumento delle vendite di prodotti biologici, vegetariani e vegani, in particolare da parte dei consumatori della Generazione Z.
Negli anni passati il consumo di olio d’oliva in Brasile era limitato a quelle fasce di popolazione originarie dei paesi mediterranei: portoghesi, spagnoli, italiani, greci, ma nel corso degli ultimi vent’anni il prodotto ha cominciato ad essere sempre
più conosciuto ed apprezzato soprattutto per le sue qualità organolettiche, ma anche perché sono cambiati i gusti dei consumatori e le cucine mediterranee, a cominciare da quella italiana, riscuotono un crescente successo anche in Brasile.
L’olio d’oliva anche se è il più costoso tra gli oli vegetali viene percepito come il più sano e quindi viene acquistato da quelle fasce di popolazione sempre più attente alle tematiche legate alla salute e a stili di vita e di alimentazione sani.
Viene consumato maggiormente dalle classi sociali medio-alte, che hanno maggior capacità reddittuale e soprattutto dalle classi d’età più giovani, generalmente più attente ad un’alimentazione sana.
Le prospettive e le opportunità per il futuro del mercato dell'olio d'oliva in Brasile sono molto incoraggianti, con una crescita in valore annuale prevista del 9,8% tra il 2021 e il 2025.
Attualmente i principali esportatori sono, in ordine d’importanza: Portogallo, Spagna, Argentina, Cile e in quinta posizione l’Italia, a seguire tutti gli altri.
Nonostante le grandi potenzialità di sviluppo del mercato dell’olio d’oliva, in Brasile si consumano in prevalenza altri tipi di oli vegetali: olio di soia (61% del consumo totale), olio di girasole (19%), olio di mais (10%) e quello di colza (6%).
Nel restante 4% si collocano tutte le altre tipologie di oli vegetali, compreso quello d’oliva.
Questo è dovuto anche al fatto che il costo medio dell’olio d’oliva è piuttosto elevato anche perché, come gran parte dei prodotti d’importazione, è gravato da diversi balzelli che ne fanno lievitare il prezzo al consumatore.