Secondo uno studio di ICEX España - ente statale spagnolo che promuove l'internazionalizzazione delle imprese, il corrispettivo dell’italiana ICE - l'olio d'oliva e le olive stanno diventando sempre più popolari in Sud Africa.
Negli ultimi anni, il settore olivicolo sudafricano ha conosciuto un importante sviluppo (si tratta del Paese africano con il più alto tasso di crescita) con tassi di crescita annui vicini al +20% ed una superficie piantumata raddoppiata (circa
3.600 ettari di oliveti). L'olivicoltura in Sud Africa ha cominciato ad acquisire importanza ed ha iniziato a svilupparsi come coltura industriale all'inizio del XX secolo, grazie all'importazione di ulivi da parte dell'italiano Fernando Costa.
Il consumo di olio d'oliva in Sudafrica è ancora molto basso rispetto ai Paesi con una lunga tradizione olivicola. Vengono consumate solo 900 tonnellate di olio d'oliva. Sul totale dei grassi animali e vegetali consumati nel Paese, solo lo 0,1%
è costituito da olio d'oliva, l'81,9% da grassi vegetali e il 18% da grassi animali.
Tuttavia negli ultimi anni l'olio d'oliva ha iniziato ad essere utilizzato come sostituto di altri grassi animali e vegetali, grazie ad un interesse crescente della popolazione per uno stile di vita ed una dieta sani. La crisi generata
dal Covid-19 ha avuto un forte impatto sul settore che si sta riprendendo velocemente ma non è ancora riuscito a raggiungere le cifre precedenti alla pandemia.
Lo studio ICEX evidenzia l'espansione della produzione locale e la crescente domanda di prodotti locali da parte dei consumatori. Tuttavia, la domanda è ancora superiore alla produzione locale, per cui il mercato è ancora dominato dai prodotti importati.
La produzione locale infatti è relativamente ridotta, il Sudafrica importa olio d'oliva imbottigliato e sfuso principalmente da Spagna e Italia, ma anche, in misura minore, da Grecia, Portogallo e Argentina. L'olio d'oliva in bottiglia proviene principalmente dall’Italia,
in parte a causa della grande presenza di italiani nel Paese che sono grandi consumatori di oli d'oliva italiani.
Il Sudafrica ha circa 60 milioni di abitanti, ma è uno dei Paesi con i più alti livelli di disuguaglianze sociali e di distribuzione del reddito. Pertanto secondo lo studio di ICEX, sarebbe più appropriato considerare un mercato target tra i 3 e i 5 milioni di abitanti, ovvero tra il 5% e l'8% della popolazione totale del Paese.
La maggioranza della popolazione sudafricana non conosce l’olio d’oliva o lo considera un prodotto mediterraneo senza avere un'idea chiara della sua provenienza. I prodotti di origine spagnola, italiana o greca, ad esempio, vengono spesso confusi.
Inoltre, a volte i supermercati tengono in magazzino e presentano alla clientela prodotti che non specificano il Paese d'origine.
Il profilo tipo del consumatore sudafricano, secondo l'osservatorio strategico Juan Vilar, è quello di un uomo a medio reddito (55,7% uomini contro 44,3% donne), di età superiore ai 50 anni (65%). Il 36% dei consumatori sono famiglie
con figli, seguite da coppie senza figli (32%), il 19% sono single o vedovi e il 13% sono famiglie monoparentali.
Per quanto riguarda i canali di distribuzione, lo studio precisa che il Sudafrica è un Paese caratterizzato dall'esistenza di un sistema economico duale. Da un lato, c'è il sistema di distribuzione informale basato su piccoli negozi, bancarelle
e ambulanti nelle aree rurali e urbane dove si concentra la popolazione più povera. Dall'altro lato, c'è il sistema moderno e formale che consiste nei grandi supermercati e nelle catene di distribuzione, che si concentrano nelle principali città e
nelle aree con maggiore potere d'acquisto. In generale, questi distributori e le grandi catene hanno una gamma variegata di oli e olive nei loro esercizi rivolti alle classi medie e alte, ma la presenza di questi prodotti è ancora scarsa nelle aree
di classe inferiore e nelle zone rurali dove si concentra la maggior parte della popolazione.
All'interno del canale formale la difficoltà di introdurre nuovi prodotti è data dal fatto che si tratta di un mercato molto competitivo, con un'ampia gamma di prodotti sia locali che provenienti da altri Paesi. Negli ultimi anni è diventato
sempre più importante per le aziende produttrici essere in grado di competere sul prezzo.
Tuttavia secondo lo studio ICEX, il prezzo non è il solo elemento chiave, la varietà dei prodotti è in aumento il che significa che la diversificazione sta diventando sempre più decisiva.