Mercato Estero

Venerdì 23 Settembre 2022

Produzione olio, Portogallo: dopo un anno da record, arriva la stangata

La campagna da record 2021/22 rischia di essere dimenticata in fretta, la prossima a causa della siccità potrebbe produrre meno della metà.

di Emanuele Fiorio

Scheda tecnica

L'Istituto portoghese di statistica ha recentemente pubblicato il report “Informe de Estadísticas Agrícolas - 2021”, che evidenzia come la campagna 2021/22 abbia raggiunto il secondo miglior record di produzione nella storia dell'olio d'oliva portoghese. 

Le condizioni climatiche favorevoli durante l'intero ciclo della stagione olivicola 2021, in particolare durante la fioritura e l'allegagione, insieme alla crescente presenza di oliveti irrigui intensivi e al fatto che si trattava di un'annata di carica, hanno contribuito ad una produzione record, circa 2,29 milioni di ettolitri (230.000 tonnellate) di olio d'oliva (+48,6% rispetto al 2019, secondo miglior record dal 1915). Nel complesso, l'olio d'oliva prodotto è stato di buona qualità, con bassa acidità e buone caratteristiche organolettiche.

Addirittura nell’ultima campagna, a seguito della lavorazione delle olive da parte dei frantoi, la quantità di sansa senza precedenti ha portato all'esaurimento della capacità massima delle unità di ricezione ed estrazione e alla sospensione della loro ricezione.
Per ovviare a questa situazione, alcuni produttori hanno scelto di consegnare parte della loro produzione ai frantoi spagnoli.

La situazione attuale è completamente differente, secondo le previsioni per la prossima campagna 2022/23 la produzione di olio d'oliva in Portogallo dovrebbe scendere a 100.000 tonnellate.

La maggior parte dei produttori si aspettava un calo quest'anno, visto che si tratta di un anno di scarica, ma si prevede una flessione più forte del previsto a causa della siccità (sono caduti appena 419 millimetri di pioggia, meno della metà di quelli che cadono in un anno normale), delle alte temperature al momento della fioritura e di altre condizioni avverse.

Infatti secondo l'Istituto per il Mare e l'Atmosfera, il Portogallo si appresta a vivere il secondo anno idrologico più secco (che va da ottobre a settembre) da quando sono iniziate le registrazioni nel 1931.

Tuttavia, la mancanza di pioggia non ha avuto lo stesso impatto su tutti gli olivicoltori e le regioni del Portogallo. Gli oliveti irrigati intensivi e superintensivi sono stati meno colpiti dalla siccità. La stragrande maggioranza di questi oliveti si trova nella regione meridionale dell'Alentejo.

Invece, gli oliveti tradizionali non irrigati che fanno affidamento sulle precipitazioni naturali (circa il 30% degli oliveti portoghesi), hanno sofferto in misura molto maggiore la siccità. Nella regione settentrionale di Trás-os-Montes, il clima persistentemente secco ha scatenato una serie di incendi.

Secondo Mariana Matos, segretario generale di "Casa do Azeite", un'associazione di produttori, aumentare l'accesso alle risorse idriche è essenziale per garantire lo sviluppo del settore olivicolo del Paese.

"Quest'anno è stato come una tempesta perfetta, che ha colpito non solo i produttori ma anche l'industria e il commercio", ha evidenziato Matos. "Il forte aumento dei costi di produzione, così come tutte le difficoltà logistiche e della catena di approvvigionamento, hanno portato a un aumento del prezzo all'origine, che si ripercuote sui consumi".