La resistenza del settore agricolo dei Paesi UE è stata messa a dura prova negli ultimi due anni. Oltre alle problematiche commerciali e all'aumento dei prezzi delle materie prime causati dalla ripresa post-pandemica, l'invasione russa dell'Ucraina ha portato a un ulteriore aumento dei prezzi dell'energia. L'inflazione è salita alle stelle e gli scambi commerciali sono stati ulteriormente penalizzati. Come se non bastasse, i cambiamenti climatici stanno portando ad una maggiore
frequenza di eventi meteorologici avversi ed estremi e all'insorgere di nuove patologie animali e vegetali.
Alla luce di questi shock, l'ultimo report
“EU agricultural outlook 2022-32” relativo alle prospettive a medio termine, oltre ai cambiamenti
nelle tendenze dei consumi,
prevede un rallentamento della crescita della produzione nei principali settori agricoli dell'UE. Secondo le proiezioni considerate, la produzione di alcune colture dovrebbe ristagnare o addirittura diminuire leggermente,
ad esempio la produzione di latte e carne dovrebbe diminuire
ma il settore dell'olio d'oliva dovrebbe trarre benefici dai cambiamenti e dalle tendenze previste.
Il report prende in considerazione la produzione, il consumo e il commercio nei settori degli oli vegetali, dei seminativi, del latte, dei prodotti lattiero-caseari e della carne e presenta un'analisi di scenario sugli eventi meteorologici estremi e un'altra
sulla riduzione delle densità di bestiame nell'UE.
Per il settore olivicolo-oleario, l'UE prevede una crescita progressiva grazie alla sostituzione nel consumo alimentare di altri oli con l'olio d'oliva, in particolare al di fuori dei principali Paesi produttori (Spagna, Italia, Grecia, Portogallo).
Questo incremento sarà spinto in particolare dalla sua immagine salutare e dalla crescente popolarità in varie cucine mediterranee. Inoltre, questa tendenza potrebbe influenzare il consumo di burro, soprattutto nella cucina domestica e
nei ristoranti.
Per quanto riguarda il settore seminativo, secondo le proiezioni, la superficie cerealicola totale dell'UE diminuirà attestandosi a 57,2 milioni di ettari entro il 2032, a causa di un calo della produzione di orzo e mais. L'UE rimarrà un
esportatore di grano e orzo e un importatore di mais e riso. Il consumo alimentare di cereali nell'UE aumenterà leggermente (+3,9%), ma poiché l'uso di mangimi diminuirà (-6,1%), si prevede che l'uso domestico complessivo dell'UE rimanga stabile.
Per i semi oleosi, la produzione dell'UE dovrebbe raggiungere 33 milioni di tonnellate nel 2032, con un aumento di 2,8 milioni di tonnellate rispetto al 2020/2022 (+9,3%). Ciò è dovuto principalmente al fatto che i rendimenti continuano
ad aumentare. Tuttavia, le importazioni nette di semi oleosi e colture proteiche nell'UE diminuiranno, poiché l'UE produrrà il 54,7% in più di legumi e il 33,3% in più di soia.
La domanda di oli vegetali, secondo l'UE, dovrebbe diminuire da una media di 22,1 milioni di tonnellate nel 2020-2022 a 21,2 milioni di tonnellate nel 2032, a causa della loro sostituzione con altri tipi di oli e della diminuzione della domanda di diesel.
Per quanto riguarda il consumo a livello di mangimi, si prevede un leggero aumento del 2,9% (da 10,3 milioni di tonnellate nel 2020/2022 a 10,6 milioni di tonnellate nel 2032).
Gli sforzi per diminuire l'uso dell'olio di palma e sostituirlo con altri oli vegetali per l'alimentazione, porteranno alla crescita dell'olio di colza (+12,6%), dell'olio di girasole (27,5%) e alla diminuzione dell'olio di soia (-23,5%)
e chiaramente dell'olio di palma (-35,7%).