Economia

Mercoledì 19 Gennaio 2022

Stime UE 2031: consumi, produzione, commercio

La UE prevede entro il 2031 una forte crescita della domanda nei paesi non produttori, mentre nei paesi produttori europei il consumo pro-capite subirà una contrazione. Produzione in aumento in Spagna, Italia e Portogallo, Grecia in difficoltà.

di Emanuele Fiorio

Scheda tecnica

La Commissione Europea, nel mese di dicembre scorso ha reso pubblica una nuova indagine sull'evoluzione del consumo e della produzione di olio d'oliva a livello europeo e mondiale.

 

Consumi

Il fatto più significativo è che, se prendiamo in considerazione l'evoluzione del consumo nell'UE e in altri paesi non produttori, si prevede che la crescita della domanda sarà più alta nei paesi non produttori, passando da una quota del 21% nel 2020 al 32% nel 2031.

 

Al contrario, il consumo pro capite, storicamente alto, nei principali paesi produttori dell'UE potrebbe diminuire ancora di più da qui al 2031 (-0,6% all'anno, rispetto al -3% nel periodo 2010-2021).

Per quanto riguarda i paesi europei non produttori, si prevede una tendenza crescente che raggiungerà un consumo pro capite di 1,5 kg entro il 2031.

 

Come riporta Olimerca, in generale, il consumo di olio d'oliva sta aumentando a causa di una crescente consapevolezza dei consumatori dei suoi effetti positivi sulla salute ed una crescente popolarità della Dieta Mediterranea.

 

Per quanto riguarda la commercializzazione dell'olio d'oliva, le vendite al dettaglio sono il canale dominante (circa il 65% nel 2021) in cui l'olio d'oliva biologico guadagna alcuni punti (circa il 3% nell’anno passato).

Non c'è dubbio che il prodotto biologico sia sempre più attraente per i consumatori dei mercati non tradizionali (ad esempio il 20% in Finlandia, il 31% in Danimarca), mentre varia dallo 0,5% al 2% nei principali paesi produttori.

 

Produzione

Per quanto riguarda la performance futura della produzione di olio d'oliva, ci si aspetta che sia eterogenea nei diversi paesi europei.

In particolare, in Spagna, Italia e Portogallo si prevedono aumenti medi annui della produzione compresi tra il 2,5% e il 5%.

Al contrario, in Grecia ci si aspetta un calo limitato della produzione, un dato che riflette una combinazione determinata da una piccola diminuzione della superficie e da un ritardo nello sviluppo della resa.

 

La pandemia di Covid-19 ha colpito anche il settore, che ha dovuto affrontare la carenza di manodopera nel corso del 2020, soprattutto nei sistemi di raccolta meno meccanizzati.

 

Malattie come la Xylella Fastidiosa ed il cambiamento climatico in atto sono incertezze che potrebbero impedire la concretizzazione degli aumenti di produzione previsti.

 

Commercio

Entro il 2031, Portogallo e Spagna dovrebbero aumentare le esportazioni (rispetto al periodo 2016-2020). Durante il periodo 2020-2031, le esportazioni nette di Spagna e Portogallo potrebbero crescere rispettivamente del 3% e del 9% all'anno. La Grecia dovrebbe registrare volumi più bassi, un calo medio annuo di circa -2,5% entro il 2031.

 

Al contrario, la dipendenza dell'Italia dalle importazioni di olio d'oliva diminuirà a causa di un aumento della produzione domestica di quasi il 3% entro il 2031 rispetto al periodo 2016-2020.

 

Nel complesso, la Spagna potrebbe utilizzare la prevista espansione delle sue capacità produttive per soddisfare la crescente domanda proveniente in particolare dalla regione Asia-Pacifico.

 

Inoltre, nonostante le critiche su più fronti, l'accordo tra UE e Tunisia (che consente agevolazioni alla Tunisia per importare olio in Europa), favorirà una ulteriore crescita di questi mercati e del commercio tra Nord-Africa e Unione Europea.

 

Resta il fatto che la concorrenza potrebbe aumentare a causa della recente espansione degli oliveti nell'emisfero meridionale, ma questo sviluppo probabilmente avrà un impatto limitato sulla competitività complessiva dell'UE, dato il suo valore e la sua portata.