Le alte temperature e le scarse precipitazioni stanno interessando tutta l'Europa e nel nostro Paese stanno seriamente minacciando la prossima stagione olivicola. Secondo le prime stime della CIA-Agricoltori Italiani, nel 2022-23 il raccolto potrebbe diminuire fino al 30% rispetto alla stagione precedente nelle principali regioni del Sud Italia (Puglia, Calabria, Sicilia e Campania).
Non è la prima volta che in Italia il clima influenza negativamente la produzione. Nel 2019, il nostro Paese è rimasto a corto di olio d'oliva, dopo che il raccolto nazionale di olive è diminuito del 57% a causa di un'ondata di freddo, piogge e
infestazioni di parassiti. Quell'anno la produzione nazionale è stata in grado di coprire solo un terzo della domanda.
Nel 2017 il maltempo in Spagna e in Italia ha causato carenze e aumenti dei prezzi ed in California, nel 2018, un disgelo precoce seguito da un'ondata repentina di freddo ha ridotto la produzione di olive del 25-50%.
Questo dimostra che la situazione attuale non rappresenta un unicum ma è il frutto di processi ed evoluzioni che hanno caratterizzato in particolare gli ultimi anni e che si trascinano con diversi risultati da molto tempo.
Secondo la CIA, il clima eccessivamente caldo di maggio scorso durante il periodo di fioritura, combinato con il deficit idrico nella fase di crescita a luglio, ha portato a condizioni molto sfavorevoli per la produzione di olive.
Sono già visibili frutti secchi, segno tangibile degli scompensi climatici e anche quando le olive riescono a svilupparsi, lo stress idrico disidrata la polpa e ne compromette lo sviluppo, riducendo la formazione dell’olio.
Alla luce di questa situazione, la CIA-Agricoltori Italiani sottolinea la necessità di moderni serbatoi e infrastrutture idriche per l'olivicoltura, nonché di una migliore gestione del suolo, con tecniche volte a contenere le perdite idriche.
La flessione delle rese dovuta allo stress idrico riguarda anche gli oliveti spagnoli. L'ondata di caldo incessante in Spagna, unita alla mancanza di pioggia, sta minacciando il raccolto di olive del Paese.
Temperature superiori a 40 gradi in diverse regioni hanno fatto abbassare il livello dei serbatoi d'acqua al 40,4% della loro capacità. La produzione di olio d'oliva potrebbe subire un calo fino al 20%, con evidenti ripercussioni globali.
Se le previsioni si realizzassero, avrebbero un effetto a catena in tutto il mondo, dato che la Spagna produce circa la metà dell'olio d'oliva mondiale, mentre la produzione italiana incide per il 15%. Trattandosi di due dei maggiori produttori
a livello globale, si tratta di una situazione che metterebbe in grave rischio il comparto a livello mondiale.