Mercato Estero

Mercoledì 7 Febbraio 2024

Campagna olearia 2023/24: bilancio nei principali Paesi produttori

Prezzi, volumi, qualità, strategie per affrontare le sfide climatiche: uno spaccato della produzione di olio d’oliva nei Paesi chiave.

di Emanuele Fiorio

Scheda tecnica

La campagna olearia 2023/24 è stata caratterizzata da sfide significative per l'industria dell'olio d'oliva in diversi Paesi produttori chiave, la siccità persistente ha influenzato in modo significativo le rese e la qualità del raccolto. I dati che emergono in Italia, Spagna, Grecia, Portogallo, Tunisia, Marocco e Turchia ci permettono di analizzare i dati di produzione, i prezzi, le sfide climatiche e le strategie adottate durante la stagione produttiva.

Italia


Il direttore dell'Associazione Nazionale Città dell'Olio, Antonio Balenzano, ha sottolineato che la campagna olearia 2023/24 in Italia ha registrato un aumento del 20% (circa 290.000 tonnellate) rispetto all'anno precedente quando raggiunse le 240.900 tonnellate. Secondo i dati Ismea, il sud Italia si è ripreso con un +34%, mentre il centro e il nord del Paese hanno registrato una diminuzione del 30%.

La situazione internazionale legata alla flessione della produzione ha avuto un forte impatto sull'aumento dei prezzi, che hanno raggiunto i 9 euro alla Borsa di Andria. 
Il cambiamento climatico sta influenzando significativamente le ultime campagne olearie, secondo Balenzano ciò richiede una “riclassificazione del territorio olivicolo con varietà autoctone, che sono state resilienti per centinaia di anni nei vari territori, superando diverse calamità climatiche".

Inoltre è fondamentale lavorare sull'educazione dei consumatori per contrastare il passaggio al consumo di altri grassi a causa dell'aumento dei prezzi, l'obiettivo riguarda la conoscenza e la comprensione dell'insieme di valori che l'olio d'oliva extravergine garantisce che vanno oltre la qualità intrinseca del prodotto. “Si riferiscono alla protezione dell'ambiente, al mantenimento del territorio, agli effetti benefici sulla salute e alla storia e identità delle zone di produzione, elementi che devono essere comunicati per un acquisto consapevole" ha evidenziato Balenzano.

Spagna


In Spagna, primo produttore al mondo, la campagna olearia 2023/2024 sfiora le 800.000 tonnellate, una cifra superiore alle stime iniziali fissate a circa 765.000 tonnellate, secondo il Ministro dell'Agricoltura, della Pesca e dell'Alimentazione, Luis Planas.
Il Ministro ha sottolineato che il valore della produzione è salito a 3.918 milioni di euro, il 43% in più rispetto alla media delle sei campagne precedenti.

Nonostante l'aumento notevole del prezzo dell'olio d'oliva in Spagna, Planas ha riferito che il calo dei consumi "è stato molto inferiore a quello che avrebbe potuto comportare per qualsiasi altro prodotto", grazie al fatto che è stato mantenuto un certo equilibrio nella filiera, grazie alla consapevolezza che il persistente aumento del prezzo dell’olio d’oliva potrebbe colpire le famiglie con minore potere d'acquisto.

Grecia


Per quanto riguarda la situazione in Grecia, la campagna ha registrato qualità e rese molto inferiori rispetto allo standard e, anche a causa dell'Antracnosi (detta anche lebbra dell’olivo, una delle malattie fungine più gravi e diffuse), la produzione totale è stimata in circa 110.000-120.000 tonnellate.

Già verso la fine di ottobre 2023 le previsioni di produzione erano state riviste al ribasso, confermate e accentuate durante la campagna. Anche a Creta, è stata riscontrata una presenza diffusa di Antracnosi, presente in gran parte dell'isola a causa della siccità.

Portogallo


In Portogallo la campagna di raccolta 2023/2024 è stata molto simile a quella dell'anno precedente, caratterizzata da un ottobre molto caldo, una grande intensità di piogge, una produzione deludente e molti problemi legati alla qualità. Le quantità prodotte si aggirano tra 120.000 e 150.000 tonnellate.

Secondo Alberto Serralha, CEO della Sociedade Agrícola Ouro Vegetal, S.A. (SAOV), produttore e consulente internazionale di olio d'oliva, le rese ridotte e la bassa efficienza del processo industriale a causa dei livelli record di umidità nel frutto, sono rimasti persistenti dalla fine di ottobre 2023.
L’entrata costante in produzione di nuovi uliveti ha aiutato a evitare che le cifre fossero ancora più negative, il dato più positivo per il settore riguarda i prezzi dell'olio e la domanda alta. 

Tunisia


Le ultime stime fornite da autorità governative ed esperti concordano su una produzione di 200.000-220.000 tonnellate di olio d'oliva.
Le regioni di Sidi Bouzid, Kairouan e Kasserine (centro-ovest) hanno contribuito approssimativamente al 35% della produzione totale, le regioni del sud hanno garantito circa il 28%, mentre il resto è distribuito equamente tra il centro-est e il nord.

La raccolta e la spremitura sono ancora in corso, la campagna rimarrà intensa fino alla fine di febbraio, diminuirà nei primi giorni di marzo e si concluderà completamente all'inizio della primavera.
Il settore ha subito numerose vicissitudini legate al forte aumento dei prezzi e alla conseguente caduta del consumo interno, il Governo tunisino ha adottato misure per consentire acquisti a prezzi accessibili alla popolazione.
L’export, specialmente verso Europa e Stati Uniti (la Tunisia è al secondo posto tra i Paesi esportatori di olio d’oliva) grazie all'incremento delle vendite e ai prezzi record, ha registrato aumenti significativi in volumi e valore.

Marocco


Le temperature eccezionalmente alte e le giornate molto calde in primavera e estate, combinate con la mancanza di piogge a settembre e all'inizio di ottobre, sono state determinanti per questa campagna olearia in Marocco. Queste condizioni hanno causato un forte stress idrico negli oliveti. La produzione è stimata relativamente superiore rispetto all'anno scorso, tuttavia rispetto alla produzione di un anno normale (che si aggira tra 120.000 e 180.000 tonnellate), si prevede una diminuzione tra il 35 e il 45%, ossia tra 80.000 e 100.000 tonnellate.

La maggior parte di questa produzione proviene dall'olivicoltura tradizionale e dall'olivicoltura intensiva irrigue, che quest'anno hanno registrato un alto rendimento per ettaro. Questi oliveti irrigui (tradizionali e intensivi) rappresentano approssimativamente il 30% della superficie olivicola del Marocco, stimata in 1.220.000 ettari. 

Turchia


In Turchia dopo la campagna record 2022/23, è prevista una diminuzione della produzione. Secondo lo OIC (International Olive Council) la produzione stimata è di 179.000 tonnellate di olio d'oliva e 442.000 tonnellate di olive da tavola.
Tuttavia in alcune regioni turche le precipitazioni sono state abbondanti nei mesi autunnali del 2023, nonostante questo abbia reso più difficile la raccolta, avrà senz’altro un impatto positivo sulle rese finali.