Neos Kosmos, storico quotidiano della comunità greca in Australia, ha sondato le opinioni, le preoccupazioni e le speranze di cinque esperti greci di olio d'oliva riguardo al
futuro dell'olio d'oliva greco.
È interessante approfondire questi aspetti, soprattutto perché
l’olio greco rappresenta un competitor diretto per il settore olivicolo italiano.
Per quanto riguarda la campagna 2020/2021, secondo i dati forniti dalla Commissione Europea, l'Italia è stata superata dalla Grecia, passando dal secondo al terzo posto nella classifica mondiale dei Paesi produttori di olio extravergine d'oliva,
dominata dalla Spagna.
Emmanouil Karpadakis, esperto di olio d'oliva e vicepresidente dell'Associazione degli esportatori di Creta, sottolinea che nel mondo dell'olio d'oliva greco "ci sono
sfide da affrontare, come il cambiamento climatico, la produzione, il consumo a livello internazionale ed i cambiamenti nelle preferenze dei consumatori e nei modelli di dieta."
La dottoressa Kiki Zinoviadou del Perrotis College/American Farm School di Salonicco concorda sul fatto che il settore dell'olio d'oliva greco deve superare "molti ostacoli", tra cui gli effetti sempre più evidenti del cambiamento climatico , che portano
a "maggiori necessità di irrigazione a causa dei lunghi
periodi di siccità che molte aree affrontano".
Zinoviadou cita anche la crescente concorrenza nel settore dell'olio d'oliva in tutto il mondo, ad esempio dai paesi dell'emisfero meridionale.
L’esperto di politica alimentare Vasilios Frantzolas ha una preoccupazione simile, teme che "il futuro dell'olio d'oliva greco non sarà luminoso negli anni a venire a causa della
crescente concorrenza, spinta dai grandi investimenti nel settore dell'olio d'oliva dei Paesi vicini del Mediterraneo" come Turchia, Tunisia, Marocco ed Egitto. Inoltre Frantzolas evidenzia “la necessità di percorsi di formazione migliori e
più finanziamenti bancari nel settore dell'olio d'oliva greco”.
L'assaggiatore e consulente di olio d'oliva Odysseas Vlachavas ritiene che "le richieste di sviluppo del mercato e le dure condizioni di concorrenza, negli ultimi decenni, abbiano
distratto i produttori dalla ricerca dell’alta qualità".
Questa preoccupazione è condivisa dalla maggior parte degli esperti greci, ad esempio Zinoviadou sostiene che "i produttori greci dovrebbero puntare a migliorare l'export di olio d'oliva imbottigliato, concentrandosi sull'alta qualità e sulle caratteristiche
sensoriali uniche che possiedono gli oli delle varietà greche".
Karpadakis è ottimista, precisa che "l'olio extravergine di oliva greco, ha un grande potenziale e le carte in regola per
aumentare la sua presenza nel mercato internazionale, soprattutto nei 'mercati maturi', grazie alla sua qualità autentica e alla stabilità del suo profilo organolettico".
Frantzolas sottolinea l'importanza di produrre oli extravergini di oliva fruttati per il mercato export, poiché ritiene che la stragrande maggioranza della
domanda mondiale sia rivolta ad oli aromatici, ben equilibrati o molto fruttati
da gustare regolarmente durante i pasti.
La dottoressa Eleni Melliou, presidente del World Olive Center for Health e ricercatrice di farmacognosia (branca della farmacologia che si occupa dello studio di farmaci ricavati da fonti naturali) all'Università di Atene, raccomanda un approccio diverso
all'olio d'oliva greco che si concentra sui benefici per la salute. "A mio parere,
il futuro è sicuramente legato alle indicazioni dell'Unione europea riguardanti i benefici dell'olio d'oliva". In questa direzione, un piccolo ma crescente numero di produttori greci si è concentrato sulla vendita di oli extravergini di oliva
ad alto contenuto fenolico. Sono EVO ricchi di polifenoli, composti naturali (come l'oleocanthal) che hanno significativi effetti antiossidanti e antinfiammatori.
Quando i produttori greci prestano attenzione ai dettagli, cercano l'eccellenza e imbottigliano il loro olio d'oliva con un marchio greco, molti riescono a superare le molteplici sfide che il settore impone.
Come sottolinea Vlachavas, "il
futuro dell'olio d'oliva greco è l'alta qualità, il mezzo attraverso cui è possibile valorizzare le pratiche di coltivazione, i diversi microclimi e le peculiarità di ogni varietà, con l’obiettivo di garantire il riconoscimento internazionale
che merita".