Oleoturismo
Mercoledì 15 Marzo 2023
Frantoio Decimi: educare il consumatore attraverso l’oleoturismo
Una storia personale e imprenditoriale ispirata dalle proprietà dell’olio Evo.
di Isabella LanaroL’attività olivicola nata dalla passione di due tecnici agrari oggi è una realtà in grado di attrarre i turisti delle coste liguri.
di Isabella LanaroTra le dolci colline liguri in provincia di La Spezia, Lucchi e Guastalli è l’azienda olivicola nata negli anni ’90 dall’idea di un agronomo e di un agrotecnico, che oggi vanta un’estensione di 30 ettari tra oliveti e vigneti.
A parlarcene è Marco Lucchi, socio fondatore e agronomo.
Io e il mio socio eravamo due tecnici agrari della Regione Liguria con la passione per l’agricoltura. Coltivare era per noi solo un hobby, che praticavamo lavorando il terreno del parroco. Nel 1992 però, la nostra passione ci ha spinto a diventare imprenditori. Siamo stati la prima azienda a fregiarsi della Denominazione di Origine Protetta Riviera Ligure e la prima ligure a vincere con l’Olio Dop il Concorso Nazionale Ercole Olivario. Da allora, siamo tutti gli anni in finale a rappresentare la regione a questo prestigioso concorso.
Quali sono gli elementi che vi caratterizzano e vi distinguono dai competitor?
I frantoi liguri sono solitamente tramandati di padre in figlio, nel nostro caso invece l’idea nasce da due soci. Questo rende la nostra azienda meno proiettata verso il passato e più verso l’innovazione, anche grazie alle nostre competenze tecniche nel settore. Siamo la prima azienda in Liguria ad aver introdotto il decanter a due fasi, minimizzando il consumo di acqua e massimizzando il contenuto di antiossidanti nell’olio. In questo modo siamo in grado di valorizzare le biomasse: il nocciolino viene recuperato e destinato a prodotto calorifero mentre la polpa viene destinata alla produzione di energia elettrica. Da quest’anno abbiamo introdotto anche il protoreattore, tecnologia che ci consente di conservare al meglio polifenoli e sostanze organolettiche. La Liguria è terra di oli delicati e non possiamo pensare di utilizzare processi invasivi.
Può illustrarci la vostra strategia di accoglienza turistica in azienda?
I nostri terreni collinari si prestano bene all’attività turistica grazie al paesaggio che offrono, alla cantina e alla sala d’assaggio. I nostri visitatori possono passeggiare negli oliveti e nei vigneti per poi passare alla degustazione di tutti i nostri prodotti: olio, vino e miele. Riscuotono molto successo i nostri pic-nic serali nell’oliveto oltre ad altri innumerevoli eventi estivi in collaborazione con il Comune. La visita al frantoio, che è collocato in area industriale, viene inclusa nel percorso soltanto nei casi in cui la visita sia finalizzata a comprendere gli aspetti tecnologici della produzione.
Offriamo inoltre corsi d’assaggio, possibilità di noleggio di biciclette, grazie a collaborazioni con operatori locali, e siamo disponibili ad accogliere studenti in gita scolastica. Collaboriamo con alberghi e ristoratori per offrire dei veri e propri pacchetti turistici che hanno lo scopo di abbinare le escursioni alle visite in azienda, e siamo così in grado di offrire una valida alternativa alla tipica giornata in spiaggia.
L’olivicoltura ha avuto un importante calo nella produttività a causa del cambiamento climatico rendendo difficile far pareggiare il bilancio. Per questo motivo è fondamentale integrare in azienda altre attività come il turismo, soprattutto in una zona che ha un buon bacino di utenza come la nostra.
Quanto è importante accrescere la cultura dell’olio Evo e che spazio dedicate a questo impegno?
I consumatori non conoscono la differenza tra olio di oliva e olio extravergine di oliva, oppure non sanno leggere l’etichetta o riconoscere i difetti dell’olio. Ma non è un problema che riguarda solo i consumatori finali; anche la maggior parte dei ristoratori non ha una preparazione adeguata quando si tratta di olio. La scarsa conoscenza del prodotto rende difficile la valorizzazione dell’olio di qualità e si finisce per ridurre il tutto ad una mera questione di prezzo. Per queste ragioni noi forniamo corsi di assaggio e spieghiamo ai turisti come distinguere qualità e difetti dell’olio.
Quali investimenti ritenete che le aziende produttrici di olio possano mettere in atto per incrementare l’oleoturismo?
Per fare oleoturismo è fondamentale dotarsi di strutture adeguate: illuminazione, spazi piacevoli, una sala di degustazione adeguata e pergolati per ripararsi dalle estati calde. Bisogna poi investire nella comunicazione con un buon sito web, video promozionali e altro. I visitatori desiderano sapere cosa andranno a trovare quando scelgono una esperienza oleoturistica.
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