L’olio extravergine di oliva greco è considerato a ragione una eccellenza mondiale, lo dimostrano i riconoscimenti raggiunti a livello internazionale, tra cui i 99 premi (45 d'oro e 54 d'argento) vinti alla NYIOOC World Olive Oil Competition dello
scorso anno - considerata la più grande competizione internazionale in questa categoria - ed i 78 premi (su 736 oli provenienti da 26 Paesi in gara), ottenuti all'EVO International Olive Oil Contest (EVO IOOC) in Italia.
Tuttavia spesso viene commercializzato in modo limitato e venduto in gran parte ad altri Paesi. La Grecia infatti produce in media 225.000 tonnellate di olio d'oliva all'anno, di cui solo 45.000 vengono confezionate ed esporta l'80% della sua produzione - senza marchio e senza etichetta – principalmente nel nostro Paese.
L’attuale frangente vede la Spagna in difficoltà, il Paese iberico a causa della siccità prevede un calo della produzione addirittura del 50% in alcune zone produttive importanti come Jaen.
Questa situazione potrebbe offrire ai produttori greci una importante opportunità, nonostante in passato il settore si sia dimostrato poco incline a promuovere o esportare questa eccellenza dell’agroalimentare ellenico.
Nonostante gli oli d'oliva greci vincano regolarmente importanti premi in concorsi internazionali, l’incapacità di promuoverli e commercializzarli adeguatamente spesso non permette di identificare chiaramente il prodotto, favorendo sul mercato
oli di qualità inferiore, in grado di garantire una migliore promozione e commercializzazione a livello mondiale.
Il Bel Paese è il mercato maggiore per l’export di olio d’oliva greco, la maggior parte dei produttori greci lo esporta all'ingrosso a prezzi molto bassi. Le aziende italiane lo standardizzano e lo vendono a un prezzo più che doppio sia sul territorio
nazionale che all’estero. Ma nei nostri supermercati non si trova olio extravergine d'oliva greco di marca.
Secondo gli analisti di mercato, i motivi per cui i produttori greci scelgono di vendere olio sfuso in Italia sono che molti greci producono olio d'oliva da soli o hanno parenti che lo producono e lo forniscono all'ingrosso, che il sussidio
sull'olio d'oliva di marca è stato abolito, agendo da deterrente, e che la maggior parte delle cooperative ha come obiettivo centrale la vendita di olio d'oliva sfuso in Italia.
Secondo un recente rapporto dell'Ufficio Affari Economici e Commerciali dell'Ambasciata di Grecia a Milano, nel 2021 il 64,67% delle esportazioni greche di olio d'oliva all'ingrosso in valore ed il 75,88% in volume sono stati dirette al mercato italiano.
Il valore delle esportazioni di olio d'oliva dalla Grecia all'Italia nel 2021 ammontava a 345,5 milioni di euro, con un aumento del 16,33% rispetto al 2020, mentre il volume delle esportazioni si attesta a 111.610 tonnellate dalle 132.844 tonnellate del
2020, registrando un calo del 15,98%.
La Grecia è il secondo fornitore italiano di olio d'oliva, con una quota relativa del 21,69% nel 2021. Il principale fornitore dell'Italia è la Spagna, con una quota che raggiunge il 61,53%.
Quest'anno, viste le stime secondo cui il raccolto di olive nel nostro Paese potrebbe diminuire fino al 30% rispetto alla stagione precedente, potrebbe esserci ancora più spazio per l’olio d’oliva greco ed i prezzi alla produzione per le
esportazioni potrebbero essere a livelli relativamente alti (3,70-3,80 euro al chilogrammo).