Mercato Italia

Mercoledì 7 Dicembre 2022

Stime produzione olio: -37%, Italia dal 2° al 3° posto tra i produttori mondiali

La campagna 2022/2023 sarà ricordata per le pessime performance. Le previsioni indicano un calo di circa il 37%, stime molto negative per tutto il Sud Italia.

di Emanuele Fiorio

Scheda tecnica

Secondo le stime riguardanti la produzione di olio d'oliva elaborate da ISMEA in collaborazione con Italia Olivicola e Unaprol, la campagna 2022/2023 sarà ricordata per le pessime performance. Le previsioni infatti indicano un calo di circa il 37%, oltre 120.000 tonnellate di olio d'oliva, che, se fosse confermato, farebbe retrocedere l'Italia dal secondo al terzo posto tra i principali produttori mondiali. In base all'ultimo sondaggio effettuato all'inizio di novembre, la produzione per la stagione 2022/23 si attesta a 208.000 tonnellate.

I problemi climatici hanno influenzato la nostra produzione, in primo luogo la lunga siccità e le alte temperature estive che hanno ostacolato lo sviluppo vegetativo degli oliveti, ma anche il fatto che, in molte aree a maggiore vocazione olivicola, la raccolta appena iniziata avrebbe dovuto essere già considerata alta visto che si tratta di un anno di carica. In generale, però, la lunga siccità ha impedito il proliferare dei patogeni e questo ha permesso a molte aree di ottenere livelli di qualità superiori alla norma.

Anche le aspettative sulla disponibilità mondiale sono pessimistiche, con previsioni di un calo della produzione di olio spagnolo tra il -30% e il -50%. Tra i principali Paesi produttori, si stima che solo la Grecia possa superare i livelli dello scorso anno, arrivando a più di 300.000 tonnellate, mentre fuori dai confini dell'UE anche la Tunisia rischia di vivere un anno di scarico, con una riduzione di circa il 25%.

Previsioni per regione
Per la Puglia, che da sola rappresenta il 50% della produzione nazionale, Ismea stima una produzione più che dimezzata (-52%), in un contesto negativo anche per la Sicilia (-25%), la Calabria (-42%) e, più in generale, per tutto il Sud. 

D'altro canto, l'anno appare generalmente positivo nel Centro Italia, dove si prevede un aumento della produzione nel Lazio (+17%), in Toscana (+27%) e in Umbria (+27%), a fronte di una diminuzione nelle Marche (-25%). Per le regioni settentrionali, dopo le drastiche riduzioni dello scorso anno, l'anno di carica sembra buono, anche se non ai livelli previsti prima della grande siccità estiva. Infatti, la ripresa della Liguria (+27%) non è sufficiente per considerare questo un anno positivo.

Con il raccolto appena iniziato nelle aree più produttive del Paese la cautela è essenziale, poiché anche le rese di olio avranno un'influenza. Per il momento, l'impressione è che la raccolta avverrà in tempi più stretti del solito per evitare ulteriori danni provocati dai patogeni che hanno iniziato a comparire tempestivamente a causa del cambiamento del clima e dell'aumento dell'umidità relativa.