In Italia la situazione dell’olivicoltura è paradossale, in un mercato domestico in cui la domanda di olio di oliva è nettamente maggiore dell’offerta di prodotto nazionale, 500mila ettari di oliveti risultano in via di abbandono su un totale di 1,1 milioni.
Italia Olivicola - Consorzio Nazionale degli Olivicoltori ha condotto una ricerca che rivela uno stato di degrado diffuso, mettendo in luce la necessità di un intervento urgente per evitare un ulteriore declino nella produzione di olio di oliva.
La produzione media italiana di oli di oliva sta scendendo pericolosamente al di sotto della metà del fabbisogno nazionale, in gran parte a causa dello stato di abbandono di numerosi oliveti. Secondo i dati del Centro Studi di Italia Olivicola,
almeno 200.000 ettari di oliveti sono completamente abbandonati, mentre oltre 300.000 sono gestiti con pratiche di puro mantenimento con produzioni molto basse e poco resilienti agli eventi climatici e alle fitopatie.
Tipologie di oliveti abbandonati
Italia Olivicola ha suddiviso gli oliveti in 4 categorie principali:
- Oliveti completamente abbandonati e ormai classificati come bosco, ai sensi del testo unico per le filiere forestali (art. 3, commi 3 e 4 del decreto legislativo 34/2018);
- Oliveti in stato di abbandono e in transizione verso il bosco;
- Oliveti in coltivazione, con metodi produttivi più o meno efficaci, completi e continuativi, ma non rientranti nei fascicoli aziendali della PAC;
- Oliveti in coltivazione, inseriti nei fascicoli aziendali della PAC, utilizzati dal conduttore per l’accesso a una o più delle diverse forme di sostegno pubblico.
Questa categorizzazione fornisce una panoramica dettagliata dello stato attuale di crisi dell'olivicoltura italiana.
Interventi per invertire la rotta
Per invertire il trend, coinvolgere le organizzazioni dei produttori, soprattutto le piccole e medie, è fondamentale. Con una dimensione media della proprietà olivicola di due ettari, è necessario un supporto strutturale per evitare l'abbandono
e promuovere la sostenibilità economica delle coltivazioni.
Gennaro Sicolo, presidente di Italia Olivicola, ha dichiarato che è giunto il momento di porre rimedio a questa crisi: “La sottoutilizzazione e l’abbandono degli impianti olivicoli italiani sono una vera e propria emergenza alla quale è necessario
porre rimedio, non solo per aumentare la capacità produttiva nazionale e perseguire la finalità della sovranità alimentare, ma anche per consentire alla millenaria coltura dell’olivo di esplicare le diverse funzioni ambientali, territoriali,
paesaggistiche, economiche e sociali”.