Marketing e Tendenze

Venerdì 24 Giugno 2022

E-commerce, una risorsa per l’olio EVO: Parola d’ordine? Non improvvisare

È fondamentale conoscere i propri limiti, le proprie potenzialità e definire la scelta del canale di vendita più adeguato alle nostre esigenze.

di Claudio Vignoli

Scheda tecnica

L’e-commerce è stata la grande scoperta – o riscoperta – dopo la pandemia. Con l’emergenza, i brand sono stati costretti ad accelerare le loro trasformazioni strategiche e commerciali per continuare a dialogare con i clienti, costretti a rivolgersi a canali di acquisto quasi esclusivamente digitali. 

Il Food è stato indubbiamente un settore che più di altri ha saputo muoversi e adattarsi alla situazione emergenziale.  Ma il dato più interessante è che la spinta alla digitalizzazione degli acquisti si sta mantenendo anche dopo l'emergenza Covid-19.

In questo frangente post-pandemico, il consumatore sta ricalibrando il proprio stile di vita: da un lato dà per scontato che alcuni nuovi servizi nati a seguito della pandemia siano la nuova normalità, dall’altro ha acquisito un maggiore controllo delle proprie scelte e azioni. 

Alla luce di questa nuova predisposizione, ecco che l'e-commerce sembra un passo inevitabile anche per le aziende agricole, piccole o grandi che siano. E in particolare può essere una risorsa importante per i produttori di olio di oliva che vogliono indirizzarsi verso un target di nicchia, interessato più alla qualità che al prezzo.
Ma per trasformare questo canale in una opportunità è indispensabile non improvvisare. E considerare che, in fondo, le regole dell’e-commerce sono le stesse che hanno guidato, fino ad oggi, anche il mercato off-line. 

Esattamente come quando decidiamo di approcciarci ad un nuovo mercato, infatti, anche per l’e-commerce, prima di investire è bene considerare le molteplici criticità e non sottovalutare l’importanza di una precisa ed attenta organizzazione.
Prima di tutto occorre conoscere chi sono i potenziali clienti, i concorrenti in quel mercato o segmento specifico, sapere quali possono essere i volumi e le marginalità.

In linea generale, bisogna avere chiaro:
  • Dove andare a vendere e perché
  • Quali sono i mercati più remunerativi
  • Qual è il nostro posizionamento e di conseguenza qual è il nostro target

È dunque evidente che anche per l’e-commerce non basta aprire un negozio virtuale o affidarsi a uno dei tanti marketplace: servono comunque delle strategie di marketing.
Ma soprattutto è fondamentale avere la consapevolezza delle reali capacità produttive ed aziendali: bisogna conoscere i propri limiti e le proprie potenzialità (che magari fino ad oggi abbiamo sottovalutato).

Una volta definite le strategie, verrà da sé la scelta del “canale” più adeguato alle nostre esigenze: 
  • i marketplace, che offrono subito la possibilità di raggiungere un pubblico più ampio e di usufruire di una serie di servizi (dai pagamenti alla logistica),
  • lo shop online aziendale, 
  • gli shop online presenti sui canali social (Facebook, Instagram).

Se ci si orienta verso i marketplace, il consiglio è ovviamente quello di selezionare quelli specializzati in prodotti enogastronomici: ne esistono di numerosi e affidabili. Sono un primo passo per iniziare a esplorare le potenzialità del commercio elettronico, evitando investimenti impegnativi. 

Lo stesso vale per i social che presentano anche il vantaggio di essere semplici e immediati, con tempi di reazione piuttosto rapidi tra la pubblicazione di un post e l’acquisto del prodotto ad esso correlato. 

Se l’e-commerce è indispensabile per lo sviluppo del business, allora la soluzione più efficace, anche se più costosa, è sicuramente il portale e-commerce aziendale. Il produttore è proprietario al 100% del portale e-commerce aziendale e questa condizione offre possibilità di personalizzazione molteplici: struttura, layout grafico, quantità dei prodotti o servizi da inserire. In tal modo è possibile avere un proprio e-shop che rispecchia perfettamente il modello di business della propria attività e che diventa non solo strumento di vendita ma anche di branding.