Salute e Ambiente

Mercoledì 17 Maggio 2023

Xylella fastidiosa: molte le misure messe in atto ma nessun indennizzo per gli olivicoltori

La “task force” anti-contagio è operativa ma gli olivicoltori stanno ancora aspettando gli indennizzi.

di Emanuele Fiorio

Scheda tecnica

Dai cani "anti-contagio" di cui avevo parlato in questo articolo, ai droni per scovare le piante malate, dagli innesti per salvare gli ulivi secolari alle ricerche di laboratorio per studiare nuove varietà resistenti, fino all'incessante ricerca dell'insetto vettore che diffonde la Xylella fastidiosa. 

Sono tutti elementi che compongono la prima mappa delle misure messe in atto per prevenire la trasmissione di questo batterio in Italia, presentata dall'organizzazione Coldiretti, a dieci anni dal suo arrivo nel Paese.

Come sottolinea Coldiretti, in Puglia cuore dell’olivicoltura italiana, a causa della Xylella fastidiosa sono andate perse 3 olive su 4 solo in provincia di Lecce con il crollo del 75% della produzione di olio di oliva. In provincia di Taranto il calo della produzione è stato del 15% ed in provincia di Brindisi la riduzione ha interessato il 20-25%.

L'intervento rapido nei focolai è un elemento chiave per prevenire la diffusione della malattia. Per questo motivo, il lavoro si sta concentrando anche sull'implementazione di un dispositivo portatile per la diagnosi simultanea della presenza e della replicazione attiva del batterio nei tessuti vegetali e negli insetti vettori, al fine di isolare immediatamente l'olivo infetto.

Oltre agli olivicoltori, agli specialisti, agli scienziati, ai dispositivi rapidi e alla “task force canina” sul campo, la compagine "anti Xylella" si è concentrata anche sul progetto di ricerca Redox (Remote Early Detection of Xylella), finanziato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy e coordinato dal Distretto Tecnologico Aerospaziale (DTA), grazie al quale le immagini aeree acquisite da droni con sensori iperspettrali e termici di piante infette saranno elaborate per l'identificazione precoce dei focolai ancor prima che si manifestino i sintomi, secondo Coldiretti. Questo progetto mira a studiare gli oliveti dall'alto e a identificare i primi segni della malattia.

Un altro obiettivo nella lotta alla Xylella è fermare la diffusione dell'insetto vettore che trasporta il batterio da una pianta all'altra e che è più diffuso tra la primavera e l'estate. In questo senso, è stata fondamentale la pulizia e la disinfestazione per distruggere le nuove generazioni di insetti che trasmettono la malattia sempre più a nord della Puglia, verso le altre regioni d'Italia.

"La diffusione della Xylella è in uno stato tale che non è possibile eradicare il batterio, ma dobbiamo conviverci. Non si può più parlare di emergenza ma di una drammatica quotidianità, che rende necessario sviluppare strategie di contenimento e monitoraggio sempre più efficaci. È necessario un deciso cambio di passo, di approccio e di visione nella lotta per evitare i rischi di una più rapida progressione", ha dichiarato il presidente di Unaprol, David Granieri, ritenendo necessario garantire il coordinamento, l'attuazione, il monitoraggio e la gestione sia delle misure di lotta alle fitopatie sia degli indennizzi per gli olivicoltori.

Ma per espianti e reimpianti non è stato liquidato ancora un euro agli olivicoltori, denuncia Coldiretti. A tre anni dalla pubblicazione del Piano straordinario per la rigenerazione olivicola della Puglia da 300 milioni di euro, gli agricoltori non hanno ricevuto alcuna risorsa che avrebbe consentito di ricominciare a lavorare e a produrre.