Economia

Mercoledì 27 Marzo 2024

Contrastare abbandono olivicoltura: verso proposta di legge nazionale

L'Associazione Nazionale Città dell'Olio ha promosso un primo tavolo tecnico. Obiettivo? Definire una proposta di legge nazionale per contrastare l'abbandono dell'olivicoltura tradizionale e storica.

di Emanuele Fiorio

Scheda tecnica

L'olivicoltura italiana affronta una sfida senza precedenti: il declino significativo del numero di aziende e la contrazione della superficie olivetata pongono una seria minaccia per il futuro di questa coltivazione tradizionale e la sostenibilità del settore. Secondo il rapporto ISMEA del febbraio 2023, la diminuzione del 31% del numero di aziende olivicole negli ultimi anni evidenzia un trend preoccupante. 

Tuttavia, il rapporto evidenzia anche una prospettiva promettente: l'oleoturismo e la diversificazione delle attività delle aziende olivicole rappresentano un'opportunità concreta per rivitalizzare il settore. Questo approccio non solo può portare benefici economici, ma anche sociali e ambientali, favorendo la sostenibilità a lungo termine.

La crisi dell'olivicoltura italiana: dati e trend

L'analisi dei dati ISMEA rivela una realtà allarmante: in soli tre anni, il numero di aziende olivicole è diminuito di 26.622 unità, una media di 8.874 aziende perse all'anno. Simultaneamente, la superficie coltivata è scesa di 5.750 ettari (una media di 1.917 ettari all'anno), mostrando una contrazione meno marcata ma comunque significativa. Questi dati pongono in evidenza una crisi profonda che coinvolge non solo gli imprenditori agricoli, ma anche le amministrazioni pubbliche, i cittadini, gli enti territoriali e l’intero tessuto sociale ed economico di alcune zone d’Italia.

La produzione media italiana di olio di oliva sta scendendo pericolosamente al di sotto della metà del fabbisogno nazionale, in gran parte a causa dello stato di abbandono di numerosi oliveti. Secondo i dati del Centro Studi di Italia Olivicola, almeno 200.000 ettari di oliveti sono completamente abbandonati, mentre oltre 300.000 sono gestiti con pratiche di puro mantenimento con produzioni molto basse e poco resilienti agli eventi climatici e alle fitopatie.

Proposta di legge per contrastare l'abbandono dell'olivicoltura

La risposta a questa crisi arriva dall'Associazione Nazionale Città dell'Olio, che ha promosso il primo tavolo tecnico interdisciplinare - capace di unire competenze diverse provenienti dal mondo scientifico ed accademico, della produzione con le associazioni di categoria e dai territori con gli enti locali - con l'obiettivo di ideare e definire una proposta di legge nazionale per contrastare l'abbandono dell'olivicoltura tradizionale e storica
Questa iniziativa rappresenta un importante passo avanti verso la salvaguardia dei territori olivicoli e l'incentivazione dell'attività produttiva.

Durante la prima riunione del tavolo tecnico il 12 marzo scorso, sono emerse diverse proposte concrete per contrastare il declino:
  • realizzare un censimento degli oliveti abbandonati a livello nazionale e regionale;
  • introdurre agevolazioni fiscali e azioni di defiscalizzazione a sostegno di aziende olivicole e privati cittadini che vogliano recuperare oliveti abbandonati e rimetterli in produzione;
  • costituire cooperative di comunità e associazioni fondiarie nei Comuni interessati, al fine di valorizzare le potenzialità del territorio, recuperare e utilizzare i terreni abbandonati o incolti ed effettuare piccole opere di manutenzione ordinaria delle infrastrutture;
  • creare un centro per lo studio e il monitoraggio dei paesaggi olivicoli nell’ottica di una pianificazione territoriale sostenibile. 

L’olivicoltura italiana richiede un'immediata azione concreta per contrastare il declino del settore, attraverso l'oleoturismo, la diversificazione delle attività e l'adozione di strategie mirate, è possibile garantire la sostenibilità a lungo termine e il rilancio del comparto olivicolo italiano ma serve una legge che tuteli definitivamente questo patrimonio italiano. La prossima riunione del tavolo tecnico, prevista per il mese di maggio 2024, rappresenterà un'ulteriore importante occasione per portare avanti le istanze e definire una legge nazionale che possa concretamente contrastare l'abbandono dell'olivicoltura tradizionale e storica.