Durante
SOL&Agrifood 2022, abbiamo seguito l’incontro dal titolo
“ll mercato dell'olio di oliva tra Covid e Guerra”. Un interessante confronto tra
Claudio Vignoli (Consulente per
l’industria olearia e CEO di Claudio Vignoli Group) ed
Alberto Grimelli (Direttore di Teatro Naturale) sulle
dinamiche, le tendenze di mercato (domestico ed export), le prospettive e le sfide che stanno caratterizzando questo frangente storico.
“Se prima della pandemia le tendenze ed il mercato degli oli vegetali erano piuttosto chiari, con scostamenti di prezzo intorno agli uno o due centesimi, ora in 4 settimane abbiamo visto raddoppiare i prezzi” ha subito puntualizzato Grimelli.
Conosciamo l’importanza dell’Ucraina, primo fornitore di olio di girasole per l’Europa: “La mancanza di girasole ha fatto spostare i buyer dell’industria conserviera dall’olio di girasole, all’olio di oliva” evidenzia Vignoli, “In Italia 700.000
tonnellate di olio vengono assorbite dall’industria conserviera, il conflitto ucraino ha acuito il timore che si verificasse una contrazione dell’offerta”.
La penuria di olio di girasole ha spinto gli operatori ad acquistare anche altre tipologie di olio, da quello di semi, all’olio di colza o di palma. L’olio di palma così vituperato, è uscito dalla porta principale ed è rientrato dalla porta di
servizio.
In Spagna la colza è tornata, anche se era stata bandita perché prodotta in parte con OGM.
Grimelli ha voluto concentrarsi sul prezzo dell’olio di oliva raffinato che in Spagna ha superato quello dell’Evo. Secondo Vignoli questa tendenza al rialzo rientrerà a breve: “Prevedo un aprile tranquillo nella GDO, perché a marzo c’era ancora
molta paura dovuta alla novità del conflitto. Ci sarà un leggero abbassamento ma il prezzo dell’Evo rimarrà sopra i 3,50€ al kg. Il raffinato comincerà a calare, l’EVO non avrà ribassi”.
Concentrandosi sul mercato statunitense, c’è stata una fortissima crescita dei consumi negli ultimi anni e la pandemia ha ulteriormente spinto la domanda. Ciò che stupisce è che gli studi indicano che 1 americano su 3 non guarda più l’origine del
prodotto.
Nonostante questo l’olio di qualità sta prendendo sempre più quote di mercato negli Stati Uniti, la premiumisation sta coinvolgendo anche l’olio Evo.
Grimelli ha voluto fare un punto sulla crescita dell’e-commerce un fenomeno che non sembra aver avuto un ridimensionamento dopo il picco della pandemia a livello globale.
Secondo Vignoli “l’e-commerce prenderà sempre più campo, la pandemia ha dato molto slancio alle vendite di olio e questo slancio sta continuando, anche se molti ritenevano il contrario. Non è facile perché non basta aprire il classico sito aziendale,
quello digitale è un mercato che è forse più complesso di quello fisico, perché presuppone delle professionalità nuove”.
Grimelli ha voluto affrontare l’annoso problema legato alle promozioni al ribasso dell’olio Evo, soprattutto nella GDO. Vignoli ha confermato che il problema esiste ed è complesso ma è presente anche sul mercato statunitense: “Accade anche negli
USA, entrare in una catena è molto semplice ma è difficile rimanerci. Ti chiedono molte promozioni, entrare vuol dire sottostare ad una serie di costi che ti vengono scontati in fattura. Per questo molti escono dopo solo un anno”.
Sulle prospettive future, Vignoli ritiene che “Quest’anno il prezzo continuerà ad essere alto, i volumi resteranno stabili ma aumenteranno i consumi a livello mondiale. Per la prossima stagione i prezzi sostanzialmente si attesteranno sui
livelli attuali”.