E’ qui, a 650 metri sul mare, che la famiglia Costanzo, nel pieno rispetto della natura, ha costruito un agriturismo e un agri-campeggio a conduzione familiare dove gli ospiti possono trovare ospitalità e degustare un olio 100% biologico.
Abbiamo intervistato Cristofero Costanzo per scoprire la storia e le peculiarità di questa azienda siciliana.
Quali sono gli elementi che caratterizzano l’identità di Gerace e la distinguono dalle altre aziende del territorio?
L’azienda Gerace, acquisita qualche anno fa dalla nostra famiglia, dispone di 100 ettari di cui 25 dedicati alla coltivazione di olivi e mandorleti e la restante parte ai seminativi. Produciamo grani antichi siciliani da cui ricaviamo farina,
semola e pasta. I nostri mandorleti ci regalano mandorle 100% siciliane con cui produciamo creme di mandorla che riscuotono molto successo anche all’estero. Il nostro olio è il Don Carlo, un blend di diverse cultivar, Don Carlo, Giulia
e Favolosa che vengono miscelate con altre varietà siciliane autoctone più note come Moresca, Nocellara dell’Etna e Biancolilla. Sotto la nostra azienda è stato rinvenuto un insediamento romano del 3-4° secolo D.C., dove sono state trovate mandorle,
olive, semi di grano e semi di orzo; materie prime che ci portano indietro nel tempo di oltre 2000 anni e ci confermano che in questa zona erano già attive coltivazioni. Nel nostro territorio godiamo di sorgenti d’acqua naturali che rendono il terreno
soffice – in termini tecnici si dice che è un terreno “sciolto” – quindi, particolarmente adatto alle coltivazioni, soprattutto di alberi.
Può descriverci le particolarità del vostro processo produttivo?
La seconda settimana di ottobre raccogliamo le olive monocultivar esclusivamente a mano con scala e rastrello. Le olive vengono poi portate in frantoio dove, entro 24 ore, vengono lavorate in due diverse fasi, entrambe a freddo. Per la molitura ci affidiamo
ad un frantoio per conto terzi, il frantoio Polizzi, di Caltanissetta che, come noi, possiede le certificazioni biologiche QS - Qualità Sicilia e ISO 2000-2025.
La nostra produzione conta 5 oli separati, la cui miscelazione cambia in base alle nostre ricette ed al prodotto che vogliamo ottenere perché, ogni anno, le varietà hanno diverse caratteristiche e noi vogliamo produrre un olio che sia riconoscibile e
abbia sempre le stesse qualità.
Qual è il mercato di destinazione del vostro olio?
Esportiamo il 90% della nostra produzione poiché il prodotto italiano, se certificato e riconosciuto, grazie anche al lavoro che abbiamo fatto sul marketing e sul packaging, trova grande successo all’estero. In questo momento esportiamo per la maggior
parte in Germania, in Francia, in Olanda e in Svezia. Da questi mercati riceviamo molti ordini: il cliente straniero mediamente ha una capacità di spesa elevata.
Quali sono le vostre considerazioni sulle rese e la qualità del raccolto di quest’anno?
Quest’anno c’è stato un calo produttivo generalizzato ma noi come azienda siamo riusciti a difendere le nostre olive, sia in termini di qualità che di quantità. Abbiamo fronteggiato la mosca olearia con metodi antichi come la “bottiglia trappola”, che
utilizza liquidi che attirano le mosche. Nonostante le gelate invernali e la siccità estiva, abbiamo riscontrato una fioritura esagerata che si è rivelata in una maturazione tempestiva e prematura, un mese prima rispetto al normale. Perciò, le nostre
rese sono state positive e addirittura superiori rispetto all’anno scorso: 5000 litri nel 2022, contro i 3800 del 2021.