Il conflitto russo-ucraino non sembra aver determinato un impatto sfavorevole per il nostro import-export agroalimentare, lo testimonia il report del Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura) dal titolo “La crisi russo-ucraina e gli effetti sugli scambi agroalimentari dell’Italia”.
Nonostante la guerra e la crisi globale, l’export e l’import agroalimentare italiani nel 2° semestre registrano un record, superando entrambi per la prima volta il valore di 15 miliardi di euro.
Infatti, in linea con il 1° trimestre dell’anno, anche durante il 2° trimestre 2022 si è registrato un netto incremento in valore sia dell’export (+19%) che dell’import (+34%) rispetto all’anno passato. Bisogna sottolineare che l’aumento
rilevante dei prezzi e quindi del valore totale sono dovuti in parte all’aumento dell’inflazione ma anche i volumi dei principali prodotti di esportazione sono cresciuti.
Nel 2021 l’Italia aveva importato dall’Ucraina il 46% dell’olio di girasole, il 15% del mais e quasi la metà dei panelli di girasole (utilizzati nel settore zootecnico come fonte di proteine per bovini, polli e maiali).
Russia e Ucraina valevano oltre 900 milioni di euro di export agroalimentare italiano (vini e spumanti DOP, olio di oliva, caffè torrefatto, pasta e conserve di pomodoro), vale a dire poco meno del 2% del totale.
Chiaramente gli effetti del conflitto sono stati evidenti nel 2° trimestre, sia per il nostro import agroalimentare proveniente dall’Ucraina (-29% in valore) sia per l’export verso la Russia (-39%). Tuttavia, la netta contrazione delle quantità importate dall’Ucraina dei principali prodotti è stata compensata dalle maggiori importazioni da altri mercati, quali Ungheria e Croazia.
Dopo un inizio anno in netta crescita, a partire da marzo 2022 il nostro import agroalimentare dall’Ucraina ha subito una rapida flessione. La riduzione nel 2° trimestre ha riguardato le quantità importate sia di prodotti agricoli, soprattutto mais (-72%),
sia di trasformati, come l’olio di girasole (-34%). Come abbiamo detto, le minori quantità importate di olio di girasole e di mais dall'Ucraina sono state tuttavia più che compensate dai flussi provenienti da altri paesi, quali Ungheria e Croazia.
Grazie ad una dinamica di mercato molto simile, nonostante il crollo a partire da marzo 2022 del nostro export agroalimentare verso la Russia (in particolare spumanti DOP, caffè torrefatto e olio extravergine) va precisato che le esportazioni complessive dell’Italia di questi prodotti sono cresciute anche nel 2° trimestre, in linea con l’andamento positivo dell’export agroalimentare totale e grazie agli incrementi sui mercati di Francia, Stati Uniti e Canada.